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294 Salvatore Ciriacono
potendo importare da questa area e dalle regioni vicine panni di seta,
di pelo di cammello, tappeti, pellame, rame , indaco, allume, bitumi,
tra cui il «nafta» (già conosciuto a Venezia come olio combustibile) ed
il celebre mum (una sorta di etere), zucchero, zenzero, zafferano; inol-
tre da Hormuz lapislazzuli, turchesi ed altre pietre preziose, lavori ed
«intarsiature alla gemina», così detti da agem, nome col quale gli Arabi
indicavano le terre ad essi straniere ed in particolare la stessa Persia
(bilad-al-ajam). Incontestabilmente la seta occupava un posto di ri-
lievo, prodotta com’era sia nelle provincie persiane situate sul Caspio
(Astrabad, Mazanderan, Scirvan) sia nel Ghilan, la cui seta sia greggia
che lavorata era reputata la migliore di tutta la Persia.
Questi aspetti rappresentarono per Venezia l’opportunità di restare
agganciata al commercio internazionale e poter esportare i propri pro-
dotti tradizionali in aggiunta a quelli provenienti dalla Germania: «ve-
tri, specchi , conterie, allume, panni ad uso di Francia, velluti, dama-
schi, filati, cera lavorata, zucchero raffinato, mercurio, vetriolo, cina-
bro, arsenico, canfora, cremor di tartaro, teriaca, casse di noce, cor-
dame, carte da gioco, armi, acciai, aghi, carta, fil di citra, lavori ger-
manici…» .
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7. I mercati del Mediterraneo orientale e il ruolo di Aleppo
La vitalità di questi mercati, sia quelli interni russi, che gravitavano
sul Mar Caspio lungo il Volga sia quelli che guardavano a Mosca, non
era disgiunta da quella che coinvolgeva il Mediterraneo orientale e il
commercio internazionale (francese, olandese, britannico). D’altro
canto la Repubblica dopo la perdita delle piazzeforti commerciali nel
Mar Nero (Caffa, Trebisonda) a causa dell’espansione sia dell’Impero
ottomano che progressivamente dell’Impero russo, ma parallelamente
per l’affermazione della via delle Indie e del ruolo del commercio por-
toghese, aveva guardato sin dal XVI secolo ai porti siriani (Tripoli, Ales-
sandretta) e quindi ad Aleppo come allo sbocco commerciale dei pro-
dotti che giungevano dall’India. Questi, giungendo dal Golfo Persico e
dall’intero continente asiatico, erano avviati verso il Mediterraneo e
quindi verso Venezia. In effetti sin dai primi decenni del XVII secolo
sia Aleppo che Bursa e Izmir, ma non meno Alessandretta (ora Isken-
derun), grazie alla loro favorevole posizione geografica erano divenuti
le piazze commerciali fondamentali per l'importazione delle sete asia-
tiche verso i porti italiani.
56 G. Berchet, La Repubblica di Venezia cit., pp.64-66, 249.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)