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Venezia e la globalizzazione (secoli XVII-XVIII) 297
sarebbero stati delegati a un «agente dei mercanti», in attesa (strategi-
camente ?) di tempi migliori .
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In effetti si dovette attendere una congiuntura più favorevole, che
si manifestò solo molti decenni più tardi, solamente nel 1754 , per
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poter ristabilire un consolato veneziano ad Aleppo, sebbene poi tale
carica fosse tenuta da un cittadino anziché da un nobile, come avve-
niva tradizionalmente, e quindi esprimeva un’importanza commerciale
inferiore rispetto al passato. Inoltre la concorrenza anche in quel pe-
riodo storico favorevole per la Repubblica, da parte di Francesi, i più
numerosi, Inglesi, Olandesi, ma anche di Amburghesi e Toscani re-
stava molto alta. Le merci veneziane erano inoltre smerciate in loco da
altri distributori, in gran parte francesi (un altro fattore di debolezza
del commercio veneziano), i quali evidentemente davano la precedenza
alle merci francesi prima di immettere i prodotti veneziani nei canali
orientali .
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D’altro canto Greci, Arabi, Georgiani, Persiani e Indiani controlla-
vano, sicuramente con non minor peso, le carovane che provenivano
giornalmente dall’interno del continente asiatico. I Greci monopolizza-
vano il commercio con Istanbul e le provincie ottomane del Mediterra-
neo orientale; i Georgiani approvvigionavano il Caucaso e le aree tur-
che che si estendevano sino al Mar Nero. I commercianti indiani risul-
tavano altrettanto presenti nel commercio delle spezie, non lasciando
ai Portoghesi il complete monopolio del prodotto .
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Il porto di Bassora svolgeva poi un ruolo essenziale nello smercio
delle merci provenienti dall’India, sebbene tale funzione potesse essere
gravemente indebolita dal perdurante conflitto fra Persiani e Otto-
mani, ostilità che poteva determinare un blocco parziale o totale
nell’interscambio occidente-oriente. Il punto di forza sia ad Aleppo che
ad Alessandretta, destinazione finale delle merci asiatiche, era rappre-
sentato dalle carovane costituite da centinaia di muli e cammelli, fon-
damentale mezzo di trasporto dell’epoca (nel 1755 era arrivata da Bas-
sora una carovana forte di ben 450 cammelli). Le tre principali vie ca-
rovaniere erano quelle che provenivano da Ormuz, dalla Persia e dalla
Mecca, sviluppando un commercio valutato in milioni di piastre. Non
60 G. Berchet, La Repubblica di Venezia e la Persia cit., pp. 71-72.
61 Un console veneziano, Girolamo Bragadin, era presente ad Aleppo già nel 1754.
Maria Pia Pedani indica una data più tarda, il 1762 per il ristabilimento del consolato
ad Aleppo (Venezia porta d’Oriente, Il Mulino, Bologna, 2010, p.86).
62 Opportunamente si è sottolineato come siano i costi di intermediazione nel gioco
commerciale ad essere vincenti « not only the production costs» (L. Pezzolo, The Venetian
economy cit., p.280).
63 H. Gaube, E.W. Reichert, Aleppo: Historische und Geographische Beiträge. Zur
Baulichen Gestaltung, Zur Sozialen Organisation und zur Wirtschaftlichen Dynamik, L.
Reichert, Wiesbaden, 1984, pp.237-243.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)