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298 Salvatore Ciriacono
mancavano gli episodi negativi: nel 1776 a seguito della caduta di Bas-
sora nelle mani dei Persiani, i V Savi annotavano la mancata svendita
di «corniole» (i piccoli specchi veneziani) e di filatteri (astucci di cuoio
quadrati imbracciati dagli ebrei durante le preghiere del mattino),
merci che trovavano tradizionalmente un mercato favorevole a Surat e
nel Bengala.
Non potevano comunque che rallegrarsi se a questi prodotti tradi-
zionali si erano aggiunti sin dal 1769, se non prima, una partita di
schioppi (100 canne da schioppo), ai quali sarebbero seguite 8 casse
con 560 canne. Solamente la casa ebraica di Salomone Alteras poteva
tuttavia vantare dei corrispondenti stanziati stabilmente a Bassora,
ovviamente israeliti, come Salomon Ancona e Giuseppe Leoni. Ancora
una volta la marginalizzazione della Repubblica era tuttavia eviden-
ziata dal fatto che a Bassora giungevano solamente navi francesi, in-
glesi e turche provenienti da Surat, Bombay. Madras e Pondichery (nel
1755 avevano attraccato in ordine di importanza 8 bastimenti fran-
cesi, 2-3 inglesi, 1-2 olandesi) .
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A queste tradizionali merci si aggiunse nel corso del XVIII secolo il
caffè, la cui domanda conosceva sin dall’inizio del XVI secolo un incre-
mento inarrestabile. Lo smercio di questa aroma, destinato a imporsi
a livello mondiale, era agli inizi nelle mani dei mercanti arabi, i quali
rifornivano le città arabe e turche come il Cairo, Damasco, Aleppo.
Solo in seguito subentrarono i commercianti e il capitale europeo: bot-
teghe di caffè vennero aperte a Londra, Parigi e in tutta Europa ma
non meno nelle città venete e a Venezia in primo luogo . Carichi di
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caffè partivano dallo Yemen e Moka oltre che dal Cairo (anche qui, nel
1745, il consolato era stato ristabilito, affiancato peraltro da un vice-
console ad Alessandria), in un contesto internazionale vieppiù compe-
titivo, dovendo gli agenti veneziani far fronte alla concorrenza inglese
e affrontare continue scaramucce con i dipendenti dalla Compagnia
Orientale delle Indie) .
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In ogni caso erano tutti i porti del Mediterraneo orientale ad essere
coinvolti nella congiuntura favorevole che si poté registrare negli ultimi
decenni del XVIII secolo, la Repubblica potendone approfittare, conti-
nuando a svolgere il suo tradizionale ruolo di mediazione fra la produ-
zione del mondo tedesco (fustagni, tessuti di cotone, prodotti minerari,
vasellame) e la sua stessa produzione di lusso: specchi, vetrerie, perle
64 V Savi, Prima serie, b.603. Scritture ai Savi, 18 ottobre e 6 dicembre 1755; 22
giugno e 1 ottobre 1756; 5 settembre 1769; 8 agosto 1776.
65 G. Roverato (a cura di), Il caffè, Canova, Treviso, 1975.
66 V Savi, Prima serie, b. 603, Relazioni del console dal Cairo, 15 marzo 1771, 14
dicembre 1779, 2 marzo 1781. Inoltre M.P. Pedani, Venezia porta d’Oriente cit., p.85.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)