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                Constantinople jusqu’à leur éviction», senza parlare «des Syriens, des
                Arabes, des Turcs, des Persans, des Indiens, des Ouzbeks» .
                                                                         77
                   Opportunamente  si  è  sottolineato  l’incidenza  delle  esportazioni
                delle sete persiane dirette verso il porto veneziano ma anche in dire-
                zione degli altri paesi europei (Olanda, Inghilterra, Germania). Ma Ar-
                meni erano altresì presenti in India, nel Bengala, in Indonesia, nella
                Cina meridionale, financo in Etiopia . Indubbiamente proprio per le
                                                    78
                loro origini caucasiche e mediorientali (la nota deportazione da parte
                di Shah Abbas I il Grande, della dinastia persiana dei Safavidi, di un
                numero rilevante di Armeni dalla loro madrepatria, ceduta agli Otto-
                mani, nella nuova capitale Isfahan   79 ) erano considerati tradizionali
                conoscitori dei mercati asiatici e quindi i più funzionali nel consolidare
                i rapporti commerciali che esistevano fra la Persia e l’Europa. Agli Ar-
                meni  infatti  Abbas  I  concesse  il  monopolio  pressoché  totale  nelle
                esportazioni di seta greggia e lavorata a partire dal nuovo centro di
                New  Julfa  (in  italiano  Nuova  Giulfa:  a  Venezia  esiste  ancora  Ruga
                Giuffa), fondato nel 1606 alla periferia di Isfahan.
                   Lo scopo era quello di incrementare il commercio verso i mercati eu-
                ropei e non ultimo quello veneziano. E quale prodotto se non la seta rap-
                presentava meglio di ogni altro la struttura portante negli scambi com-
                merciali fra Asia-Europa ? A partire dalla nuova colonia di New Julfa gli
                Armeni, in stretto rapporto con quanti commerciavano nel continente eu-
                rasiatico, divennero un pendant strategico in questa rete mondiale.
                   Una prima considerazione è che in questi secoli la via terrestre della
                seta e con essa tutta una serie di prodotti che giungevano dall’Asia
                continuarono  a  restare  vitali  anche  rispetto  alla  via  marittima .
                                                                                  80
                Quest’ultima, secondo una accreditata interpretazione storiografica,
                seguendo le interpretazioni che hanno guardato agli importanti traffici




                   77  M. Morineau, Questionnaire pour les Arméniens aux 17e et 18e siècles. Présences,
                position et place dans l’œkumène économique, in Les Arméniens dans le commerce asia-
                tique au début de l’ère moderne, sous la direction de S. Chaudhury, K. Kévonian, Maison
                de Sciences d l’Homme, Paris, 2007, p.39.
                   78  Cfr. ibid. i vari saggi che affrontano tali problematiche alle quali si dovranno ag-
                giungere le tecniche contabili e commerciali studiate da Kéram Kévonian, pp.371 ss.
                   79  M. Morineau (Questionnaire pour les Arméniens aux 17e et 18e siècles cit., p.23)
                vorrebbe limitare tale numero a 50.000 unità mentre tradizionalmente si sono avanzate
                cifre  ben  superiori,  parlando  anche  di  400.000  deportati.  Cfr.  anche  E.  Korsch,  The
                Sceriman between Venice and New Julfa: An Armenian Trading Network and its Sociocul-
                tural Impacts (Seventeenth and Eighteenth Centuries), in Union in Separation cit., pp.
                363-378, spec. p.363, la quale cita l’Encyclopedia Iranica.
                   80  Su questi aspetti The Cambridge History of Iran, vol.6, The Timurid and Safavid
                Periods, P. Jackson, L. Lockhart (Ed.), Cambridge University Press, Cambridge, 1986,
                pp.472-490.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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