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Venezia e la globalizzazione (secoli XVII-XVIII) 303
marittimi legati all’Atlantico e al Pacifico , si sarebbe definitivamente
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e pressoché esclusivamente imposta sulle tradizionali vie di terra. Una
interpretazione che a un’attenta esamina delle fonti, e non solo quelle
veneziane, ignorerebbe una realtà più complessa.
Una seconda e altrettanto fondamentale problematica è quella che
voglia guardare a queste strategie globali in un’ottica che consideri il
ruolo esclusivo dei grandi mercanti europei e delle loro compagnie
commerciali. Conclusioni che, come opportunamente considerava Mi-
chel Morineau, si fondano sulle fonti europee le quali sono oggettiva-
mente le più accessibili e disponibili, forse perché meglio conservate
rispetto a una documentazione orientale dispersiva e soprattutto non
consultabile a causa delle nostre limitate conoscenze linguistiche.
Come concludeva Sushil Chaudhury esistevano nell’India dei Moghol,
come nella Persia dei Safavidi e nell’Impero ottomano ricchi e vincenti
commercianti in grado di reggere a un confronto europeo.
Sicuramente in questo quadro gli Armeni sembrarono costituire
una minoranza in grado di svolgere un ruolo essenziale e, secondo le
conclusioni di alcuni storici, ancor più originale di quello svolto dalle
comunità ebraiche, proprio per la loro presenza nei mercati asiatici e
non ultimi quelli russi, in forte espansione sin dal XVII secolo .
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Commercianti armeni operavano dunque numerosi nella Repub-
blica, sia risiedendo stabilmente a Venezia sia che risultassero sol-
tanto «di passaggio». In ogni caso l’opportunità di operare con membri
dello stessa comunità etnica e religiosa, sparsi nelle regioni mediter-
ranee e asiatiche, li favoriva sicuramente. Una circostanza questa che
solamente in parte giustificava gli operatori economici veneziani sem-
pre più assenti da quei mercati e che sembravano sordi nel raccogliere
l’invito delle autorità e del mondo politico-economico centrale nell’es-
sere più attivi nelle attività commerciali.
Le manovre fiscali, messe in campo periodicamente da Senato e V
Savi, nel favorire uno stanziamento duraturo degli Armeni nella piazza
veneziana rispetto agli Armeni che giungessero in città soltanto tem-
poralmente, non costituendo gli Armeni «corpo di università» (ope-
rando quindi individualmente né essendo obbligati a risiedere stabil-
mente come avveniva per i commercianti tedeschi o turchi), non sem-
bravano sortire risultati definitivi in grado di capovolgere la situazione.
Si deliberava in modo contraddittorio di favorire volta per volta i
81 B. Yun Casalilla, Iberian World Empires and the Globalization of Europe 1415-
1668, Palgrave Macmillan, London, 2019.
82 S.D. Aslanian, From the Indian Ocean to the Mediterranean: The Global Trade Net-
works of Armenian Merchants From New Julfa, Berkeley, University California Press,
2014; Idem, Social capital, ‘trust’ and the role of networks in Julfan trade: informal and
semi-formal institutions at work, «Journal of Global History», 2006, 1, pp. 383–402.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)