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310 Simone Lombardo
lato ha richiesto il lavoro di diversi studiosi, dall’altro attende tuttavia
di essere utilizzata a fondo come fonte per contributi di seconda mano,
che sappiano interrogarsi sui documenti pubblicati e trarre conclu-
sioni, per non lasciare questo grande sforzo paleografico fine a sé
stesso. Saranno dunque proposte qui alcune ipotesi a partire da una
ricerca condotta sui testamenti e sulle loro notizie, sparpagliate all’in-
terno dei volumi di edizioni, oltre alle informazioni inedite incontrate
nel corso di scavi documentari nell’archivio genovese. Sono stati uti-
lizzati i volumi di edizioni che lambiscono l’arco temporale qui affron-
tato, vagliando i testamenti che compaiono nelle pubblicazioni. Ho così
ottenuto un corpus documentario, tra ultime volontà o notizie di te-
stamenti, abbastanza consistente da permettere alcune linee interpre-
tative e ipotesi. Non è stato possibile offrire un censimento completo,
poiché in molti dei casi qui riportati i testamenti non sono pervenuti:
le notizie provengono in maniera collaterale da altri atti, procure, fi-
deiussioni o controversie legali. Il contributo si propone di guardare le
tendenze del rapporto con la madrepatria, piuttosto che attuare una
schedatura di testamenti genovesi vergati Oltremare.
Proprio i testamenti sono una tipologia di fonte particolarmente in-
teressante, come dimostra l’ampia attenzione della storiografia in que-
sto verso. Gli studi sulle ultime volontà sono molti e variegati special-
mente in area italiana, inserendosi spesso all’interno del più vasto fi-
lone di lavori concernenti il notariato . Una serie di contributi ha fatto
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leva sui mutamenti legati alle epidemie del XIV secolo e alle loro riper-
cussioni sulle pratiche e formule testamentarie . Quest’ambito è
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других городах Причерноморья в XIV–XV Вв., Aletheia, St. Petersburg, 2018. Per una
visione generale sugli atti notarili genovesi conservati, redatti nella zona del Mar Nero,
cfr. L. Balletto, Il Mar Nero nei notai genovesi: un excursus tra atti editi ed inediti, «Nuova
Rivista Storica», LXXXVII (2003), pp. 609-624.
5 Per una raccolta di stampo generale: Nolens intestatus decedere: il testamento come
fonte della storia religiosa e sociale. Atti dell’Incontro di studio, Perugia, 3 maggio 1983,
Editrice umbra cooperativa, Perugia, 1985. La bibliografia è estremamente ampia e im-
possibile da racchiudere in questa sede. Rispetto al periodo compreso tra il XIII e il XV
secolo, soprattutto, esistono numerosi lavori o edizioni legati a contesti regionali o rela-
tivi al ruolo delle donne, quali testatrici o esecutrici testamentarie. Per un contributo
nell’approccio economico ai testamenti tre-quattrocenteschi, di cui si è tenuto conto: I.
Ait, La catena invisibile: riflessioni sui testamenti dei secoli XIV-XV, in L. Capo, A. Ciaralli
(a cura di), Per Enzo: studi in memoria di Vincenzo Matera, Firenze University Press,
Firenze, 2015, pp. 7-18. Di particolare interesse sono anche le intestazioni suggerite ai
notai, che dovevano redigere i testamenti, inserite in trattati come il Formularium tabel-
lionum di Irnerio, redatto a inizio XIII secolo. Per le formule testamentarie si è fatto
riferimento a: G. Tamba, Nolens intestatus decedere, in Tradizione e modernità del diritto
ereditario nella prassi notarile. Atti dei Convegni Roma, 18 marzo 2016 - Genova, 27 mag-
gio 2016 Vicenza, 1 luglio 2016, Gruppo 24 Ore, Milano, 2016, pp. 251-254.
6 Gran parte dei contributi è partita ovviamente dall’impatto della peste del 1348, su
cui si segnalano alcuni contributi. Per osservazioni sui mutamenti di sensibilità nei
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)