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320 Simone Lombardo
aveva, mentre i suoi contatti erano ormai tutti in Oriente . Anche Gio-
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vanni Panevino, figlio di Oberto di Sestri Ponente, nel 1411 voleva es-
sere sepolto a San Francesco di Caffa; egli aveva estinto alcuni debiti
con altri genovesi orientali, espressi tra l’altro nella valuta locale di
aspri di Savastopoli. Anche la sua vicenda umana si era risolta ormai
tutta lungo le rive del Mar Nero .
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I contatti con la Liguria sembravano relegati, nella gran parte dei
casi, alla comunità frequentata, composta quasi esclusivamente da
genovesi emigrati – o da loro discendenti –: la madrepatria, quanto-
meno in senso stretto, sembrava dimenticata. Così pare essere anche
per il mercante Franco di Levanto, che aveva dettato le sue ultime vo-
lontà nel 1443, esprimendo il desiderio di essere sepolto a San Fran-
cesco di Caffa, come era d’uso tra gran parte degli emigrati genovesi.
Nel giorno di San Gregorio, vi sarebbe stata celebrata una messa per
la sua anima e così pure nelle chiese di San Domenico e della Vergine
Maria, entrambe a Caffa. La geografia delle donazioni di Franco di Le-
vanto non porta lontano: aveva lasciato 100 aspri all’ospedale di Santa
Maria di Caffa, mentre i proventi dei suoi luoghi delle compere di Caffa
dovevano essere destinati al tartaro Giorgio, ex schiavo di Bartolomeo
de Passano. Per i suoi meriti donava invece a un altro abitante ligure
di Caffa, Ambrogio Gariano di Savona, allora ammalato, uno schiavo
russo di 22 anni, che in quel momento però si trovava imbarcato su
un grippo. Non avendo figli né moglie, aveva lasciato i suoi rimanenti
averi ai quattro fratelli . Il luogo d’origine era scomparso dal pano-
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rama di Franco di Levanto, stando ai suoi lasciti? Sembra di sì. Ciò
nonostante, si ritrova il suo testamento autenticato dal quasi omo-
nimo fratello Francesco a Genova, dove evidentemente quest’ultimo
risiedeva: se i legami umani di Franco erano a Caffa, il filo parentale
non si era interrotto e riportava nella capitale. Anzi, le questioni eco-
nomiche legate all’eredità avevano generato uno scambio di lettere tra
Domenico de Promontorio e Simone di Levanto, da Caffa, e un altro
Simone di Levanto, a Genova. Quale dei due era il fratello di Franco e
quale un omonimo?
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La questione della morte lontana e del rapporto con la città natale
è comunque complessa. Vi sono, ad esempio, casi di non genovesi che
in Oriente, invece, si erano legati alla città di Genova e ai suoi abitanti,
probabilmente grazie alle lunghe frequentazioni con i liguri in
45 S.P. Karpov (a cura di), Notai genovesi in Oltremare. Atti redatti a Caffa cit., doc.
5, p. 226. Caffa, 12 agosto1366.
46 Ivi, doc. 48, pp. 438-441. Caffa, 21 agosto 1411.
47 Ivi, doc. 3, pp. 506-512. Caffa, 28 febbraio 1443.
48 Ivi, doc. 4, pp. 513-517. Caffa, 30 ottobre 1443; 20 dicembre 1444; 13 ottobre
1446.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)