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Vivere e morire fuori patria: i testamenti genovesi in Oriente   321


                    Oltremare e alla rete di amicizie che ne era nata. È il caso del mercante
                    cipriota Iosep Zafeti, di probabile origine greca o ebraica, che ha la-
                    sciato un notevole testamento di cui si è già interessata Giovanna Petti
                    Balbi . Il mercante era originario di Famagosta, dove aveva vissuto
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                    molti anni prima di trasferirsi definitivamente a Montpellier, città in
                    cui aveva dettato le sue ultime volontà ed era morto. Erano nominati
                    in qualità di esecutori dei suoi lasciti pro anima due genovesi, Eliano
                    ed Enrico Camilla, da lui definiti «mihi amicos» , con cui Iosep aveva
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                    stretto rapporti d’affari. Zafeti aveva forti legami con diverse famiglie
                    genovesi tra cui appunto i Camilla, i Cattaneo, i Lercari e i Nigrono,
                    mentre traspare dal suo testamento una certa solitudine a livello per-
                    sonale e parentale. Dalle clausole testamentarie emergono le simpatie
                    filogenovesi del mercante cipriota, che pur essendosi stabilito a Mont-
                    pellier aveva ancora Famagosta al centro dei propri pensieri e si defi-
                    niva burgense della città cipriota. Egli era una personalità dalla spic-
                    cata religiosità: in particolare ordinava l’edificazione a Famagosta di
                    una cappella e di due ospedali, uno per gli uomini e uno per le donne,
                    destinati ai pellegrini in viaggio verso la Terra Santa. Con i suoi beni
                    gli esecutori avrebbero dovuto acquistare luoghi delle compere del co-
                    mune di Genova e grazie a quei proventi sostenere gli ospizi nel futuro:
                    fatto che dice molto circa la fiducia che riscuotevano le compere liguri.
                    I patroni della cappella e degli ospedali erano Eliano ed Enrico Camilla,
                    a cui sarebbero succeduti in questo compito i loro primogeniti o, nel
                    caso, altre persone designate all’interno dell’albergo dei Camilla; in ul-
                    tima  istanza  il  capitolo  della  cattedrale  di  San  Lorenzo,  a  Genova,
                    avrebbe dovuto curare le istituzioni famagostane.
                       L’esecuzione delle volontà di Zafeti era tuttavia difficile e i due Ca-
                    milla si erano rivolti persino a papa Urbano VI durante la sua perma-
                    nenza a Genova nel 1386. Nonostante le sollecitazioni papali, pare che
                    l’arcivescovo genovese non abbia dato seguito alla faccenda, probabil-
                    mente perché la chiesa genovese guardava con diffidenza alle fonda-
                    zioni  laicali  poste  in  una  diocesi  straniera,  pur  se  affidate  a  lei .
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                    Emerge in ogni caso la sensibilità religiosa di stampo caritativo-assi-
                    stenziale di Iosep Zafeti, che aveva designato come eredi universali del


                       49  Si veda l’articolo, privo però dell’edizione del documento: G. Petti Balbi, Carità e
                    danaro: il testamento del cipriota Joseph Zafeti (1381), in Tous azimuts… Mélanges de
                    recherches en l’honneur du Professeur Georges Jehel, Université de Picardie, Amiens,
                    2002, pp. 55-62.
                       50  Asge, Notai Antichi 469 I, c. 30r. Montpellier, 8 ottobre 1381.
                       51  G. Petti Balbi, Carità e danaro: il testamento del cipriota Joseph Zafeti (1381) cit.,
                    p. 60-61. Una supplica fu rivolta da Eliano ed Enrico Camilla a papa Urbano VI, mentre
                    si trovava a Genova. Il papa, per favorire l’effettiva fondazione di cappella e ospedali,
                    concesse una serie di ulteriori privilegi spirituali alle future fondazioni. Il documento è
                    in: Asge, Notai Antichi 469 I, cc. 6r-7v. Genova, 15 marzo 1386.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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