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Vivere e morire fuori patria: i testamenti genovesi in Oriente 325
oltre a diverse donazioni per maritare fanciulle di Nervi . Ugualmente,
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Giovanni di Levanto lasciava denaro alla chiesa di Sant’Antonio di Le-
vanto e Giovanni de Favrega a quella di San Siro di Nervi . Giovanni
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Bruno, anch’egli a Cipro nel 1373, ordinava una lunga serie di dona-
zioni che comprendevano soldi per la costruzione di un altare nella
chiesa di Santa Maria di Bogliasco, per la celebrazione di messe in
suffragio della sua anima in quella stessa chiesa e per l’acquisto di
due grossi ceri; ulteriori somme erano devolute a beneficio di enti ec-
clesiastici del levante genovese, come per l’ospedale annesso alla
chiesa di Santa Maria a Bogliasco, l’ospedale di Santa Margherita di
Sori, la riparazione delle chiese di Sant’Ilario a Nervi e di San Michele
a Sori, la celebrazione di messe per i defunti nella chiesa di Santa
Croce di Bogliasco . Non vi era ovviamente traccia dell’Oltremare in
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questa serie di viaggiatori temporanei, se non per il luogo di sepoltura
e le spese per i funerali. Anche molti liguri che si erano stabiliti in
Oriente e avevano avuto accesso alle cariche coloniali, svolgendovi la
propria carriera, conservavano la nostalgia del paese natale che non
dimenticavano nella stesura dei testamenti, fossero o meno redatti alla
fine della loro vita.
Chiese, ospizi e monasteri in Liguria ricevevano cospicue rimesse e
donazioni provenienti dal Levante, numerose fondazioni religiose be-
neficiavano delle ricchezze acquisite Oltremare dagli emigranti, come
mostrano numerosi esempi. Pietro di Fontaneggio era un benestante
mercante genovese stabilito a Caffa, rappresentante della borghesia
mercantile che aveva avuto successo in Oriente: i suoi lasciti devozio-
nali erano ripartiti tra le due dimensioni. Nel suo testamento dell’otto-
bre 1399, lasciava ben 3480 aspri, 25 sommi e 4000 lire genovesi per
la riparazione della chiesa dei Predicatori di Genova e donava un pic-
colo reliquiario d’argento alla chiesa di San Pietro sempre a Genova,
mentre destinava alla cappella di Sant’Anna dei Flagellanti di Caffa
altri oggetti in argento, i suoi vestiti e le bardature per costruire un
61 Egli lasciava 5 lire per la figlia di Nicolò de Dermitri di Nervi, 5 lire per la figlia di
Simone Macia di Nervi e altre 5 lire per la figlia di Tommaso de Insula di Nervi. M.
Balard, L. Balletto, C. Schabel, Gênes et l’Outre-mer. Actes notariés de Famagouste cit.,
doc. 2, pp. 84-85. Paphos (Cipro), 22 giugno 1373.
62 Alla chiesa lasciava due fiorini d’oro per la celebrazione di messe in suffragio per
la sua anima. Interessante come il testatore ricordi che la moglie, sua erede insieme alla
figlia, debba ricevere 15 lire da un tal Incontrelo de Zignaygo, detto «Lo Sclavo». Ivi, doc.
6, pp. 92-94. Famagosta, 28 ottobre 1373.
63 Egli lasciava alla chiesa di San Siro 1 lira e 10 genovini per le messe per la sua
anima, oltre a certe cifre per maritare alcune ragazze di Nervi. Ivi, doc. 7, pp. 94-96.
Famagosta, 17 dicembre 1373.
64 Ivi, doc. 14, pp. 111-115. Famagosta, 26 gennaio 1374.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)