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326 Simone Lombardo
coro decorato d’oro . Nel 1383 Simone di Solario, che fece testamento
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a Licostomo, sul Mar Nero, dichiarava di possedere un braccio di santa
Barbara e disponeva che la reliquia andasse alla chiesa di Sant’Am-
brogio di Varazze, suo luogo di nascita . Andriolo Verna di Voltri nel
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suo testamento redatto a Pera lasciava alcuni tra i suoi pochi denari
alle chiese di Voltri e Sestri Ponente . Paiono molto interessanti le
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ultime volontà di Lanfranco Gambone, che si qualificava burgense di
Pera e che aveva dettato testamento nella colonia il 3 febbraio 1371.
Intendeva essere sepolto nella chiesa di San Francesco di Pera, mentre
lasciava una somma perché si celebrasse ogni anno una messa con
«candeli sexaginta de cera ad minus» nella chiesa minoritica di Ge-
nova. Pur stabilito in Oltremare, destinava inoltre un ammontare di
denaro agli orfani, ai miserabili e alle fanciulle senza dote, che dove-
vano essere scelti dal guardiano del convento francescano di Genova .
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L’emigrazione, dunque, poteva recare consistenti vantaggi alla madre-
patria con le rimesse di chi era partito. Le imposte sui lasciti degli
emigranti, come abbiamo visto, contribuivano a finanziare i lavori por-
tuali e da quegli stessi lasciti molte chiese liguri venivano arricchite.
Spesso i genovesi d’Oriente si ricordavano della propria parrocchia o
della cappella di famiglia e si raccomandavano alle preghiere dei con-
venti a Genova: esisteva un tenace attaccamento spirituale alle chiese
natie .
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I testimoni in calce ai documenti erano quasi sempre liguri, riba-
dendo che anche nei paesi d’Oltremare si frequentavano principal-
mente conterranei. In fondo anche all’estero, dove era possibile, si ten-
tava di ricreare una piccola patria con le persone con le quali si con-
divideva la provenienza, secondo uno schema comune a tutte le natio-
nes medievali che si trovavano in paesi stranieri . Vengono così rie-
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cheggiati i versi dell’Anonimo genovese al principio del XIV secolo: «E
tanti sun li Zenoexi, / e per lo mondo sì destexi, / che und’eli van o
65 M. Balard, La Romanie génoise (XIIe- début du XVe siècle), I cit., p. 343.
66 G. Petti Balbi, S. Raiteri, Notai genovesi in Oltremare. Atti rogati a Caffa e Licostomo
(sec. XIV) cit., doc. 12, pp. 213-214. Licostomo, 12 novembre 1383. Citato anche in: M.
Balard, La Romanie génoise (XIIe- début du XVe siècle), II cit., p. 884, nota 46.
67 Egli lasciava 1 lira e 5 genovini alle chiese in madrepatria, mentre i suoi lasciti
totali non superavano le 6 lire e 10 genovini. M. Balard, La Romanie génoise (XIIe- début
du XVe siècle), I cit., p. 351.
68 Asge, Archivio Segreto 2737 A, doc. 94. Pera, 3 febbraio 1371.
69 Si veda in generale: M. Balard, La Romanie génoise (XIIe- début du XVe siècle), II
cit., pp. 870-880.
70 Per una completa indagine delle nationes genovesi, non solo nel bacino mediter-
raneo: G. Petti Balbi, Negoziare fuori patria: nazioni e genovesi in età medievale, CLUEB,
Bologna, 2005.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)