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98 Renzo Sabbatini
sia il valore di vicenda esemplare della politica estera lucchese e della
accorta attività diplomatica del piccolo Stato, sempre attenta a curare
la presenza sullo scenario europeo e contemporaneamente a rimarcare
quella neutralità assoluta (pur sotto le ali dell’Impero) che le consenta
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la sopravvivenza come entità statuale autonoma .
Cerchiamo di districare gli avvenimenti di quell’estate, speciale per
Bagni di Lucca – al centro di trame internazionali – e assai inquietante
per la Repubblica, sulla scorta dell’ampia e finora solo molto parzial-
mente utilizzata documentazione archivistica.
Ma prima una rapida occhiata alle modalità decisionali lucchesi e
alla situazione inglese.
L’architettura istituzionale della Repubblica, come fissata dallo
Statutum de regimine del 1446, prevede un vertice con funzioni
governative composto dal Gonfaloniere e da nove Anziani che siedono
solo un bimestre e sono a totale servizio pubblico vivendo nel
Palazzo; l’organo legislativo è il Consiglio generale (che chiameremo
anche Senato) i cui 90 membri rimangono in carica un anno (ed è
coadiuvato da un Consiglio dei 36, coinvolto nelle elezioni dei vari
uffici). Tra questi offizi, per noi è indispensabile ricordare il Magi-
strato dei Segretari e l’Offizio sopra le differenze dei confini: il primo,
formato da tre cittadini e dal Gonfaloniere, è una sorta di potente e
occhiuto ministero degli Interni e una centrale di spionaggio con
ampi poteri discrezionali; il secondo, composto da sei o nove membri
funge invece da piccolo ministero degli Esteri. La titolarità della poli-
tica estera è del Gonfaloniere e degli Anziani, ma tutte le decisioni
vengono prese dal Consiglio generale sulla base di memoriali e rela-
zioni approntati dall’Offizio sopra le differenze, che tiene la corri-
spondenza con gli ambasciatori e gli inviati a vario titolo; talvolta
viene coinvolto anche il Magistrato dei Segretari, al quale sono dirette
informative di particolare delicatezza. Le sedi nelle quali principal-
mente si svolgeva l’attività diplomatica erano Madrid, Vienna, Firenze
e Roma; abbastanza assiduo era pure il rapporto con le altre corti
italiane come Milano, Torino, Genova, Parma, Modena, non di rado
con l’utilizzo di cittadini lucchesi presenti sul posto per ragioni mer-
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cantili o come funzionari di questi stati .
7 Su questi temi rinvio a R. Sabbatini, La diplomazia come strumento di autoconser-
vazione: considerazioni sulla politica estera della Repubblica di Lucca, in Sulla diplomazia
in età moderna. Politica, economia, religione, a cura di R. Sabbatini, P. Volpini, Guerra e
pace in età moderna. Annali di storia militare europea, 3, FrancoAngeli, Milano, 2011,
pp. 101-123; R. Sabbatini, Le Mura e l’Europa. Aspetti della politica estera della Repub-
blica di Lucca (1500-1799), FrancoAngeli, Milano, 2012.
8 R. Sabbatini, La diplomazia come strumento di autoconservazione cit.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)