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Sabbatini (saggi)_6 25/04/18 11:48 Pagina 101
Una Repubblica tra due re. La visita a Lucca del pretendente Stuart nelle settimane dell’Atterbury Plot 101
detto re Giorgio, come quello che vi fa la figura di mediatore, e dovendosi
inoltre ne medesimi trattati decidere il punto della successione nelli stati
della casa de Medici, articolo così geloso, e di tanta conseguenza ancora
per la Repubblica». Apprensione ancora più accresciuta dalle rivelazioni
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sulle discussioni ancora in corso a Firenze e a Genova . Come si vede,
a Lucca si ha chiaro lo scenario europeo nel quale verrà a inserirsi la
risposta a questo, solo apparentemente innocuo, gesto di cortesia.
Proprio in questa direzione vanno le considerazioni dell’abate Fati-
nelli che, se non ha raccolto informazioni precise ha però recepito il
clima romano: «avendo parlato in astratto con diverse persone d’intel-
ligenza e di prudenza, trovo che tutti convengono non essere espediente
ad alcun principe di tirarsi addosso un’odiosità molto pericolosa con
re Giorgio per una cerimonia solamente civile, considerandosi che non
si può riconoscere per re il Pretendente senza dichiararsi nemico del
possidente». Sarebbe quindi buona regola – conclude – astenersi dalla
risposta, soprattutto per uno Stato piccolo e nell’imminenza della suc-
cessione toscana «facendo purtroppo veder l’esperienza che chi ha la
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forza in mano dispone non solamente del suo, ma ancora dell’altrui» .
Nel dispaccio della settimana successiva, Fatinelli osserva acutamente
che non è possibile avere dirette informazioni dalla corte Stuart, perché
certamente non vorranno comunicare la mancanza di risposte alla par-
tecipazione di nascita. Aggiunge inoltre interessanti considerazioni
sull’atteggiamento dei Savoia, di Parma e Modena e conclude deciso:
«Ma sia come si voglia, la Republica nostra deve riguardare unicamente
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le sue convenienze particolari» .
15 «Dalla corte di Firenze si è risaputo che ancora in quel consiglio di stato si consulta il
suddetto negozio senza esservi stata presa fino ad ora risoluzione alcuna; e così pure per
riscontri avuti di Genova, l’affare medesimo si dibatte in quel senato con tutta segretezza»
(Differenze 458, n. 4, Lettera di Nicolini a Fatinelli, Lucca 3 febbraio 1721). Fatinelli promette
di informarsi, ma dubita di poter avere notizie dai ministri di Genova e Firenze, «in quanto
agl’altri principi più alti, non credo si vorranno impegnare con una risposta di complimento
a far un passo che possa recar pregiudizio ai loro interessi. Per altro io non stimo incongrua
la dilazione che va prendendo la nostra Republica ad effetto di caminare col piede de gl’altri
principi d’Italia» (ibidem, n. 5. Lettera di Fatinelli a Nicolini, Roma 8 febbraio 1721).
16 Differenze 458, n. 6, Lettera di Fatinelli a Nicolini, Roma 15 febbraio 1721. Consi-
derazioni apprezzate a Lucca: «non è questo un passo che deva farsi senza maturità di
consiglio» (ibidem, n. 7, Lettera di Nicolini a Fatinelli, Lucca 16 febbraio 1721).
17 I Savoia non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, «e quando fosse corsa
qualche lettera segretamente, non mi par probabile che la corte di Turino abbia volsuto
in una risposta di complimento imbrogliare i fatti suoi; tanto più se fosse vero il matri-
monio che si dice molto avanzato tra il principe di Piemonte ed una figlia de re Giorgio
[poi, come sappiamo, non andato in porto]. Rispetto poi a Modena e Parma, questi non
possono dar regola agl’altri principi d’Italia, perché il primo è parente [la madre di Gia-
como era Maria d’Este], il secondo è aderente per la Spagna» (Differenze 458, n. 8, Lettera
di Fatinelli a Nicolini, Roma 22 febbraio 1721).
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)