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100 Renzo Sabbatini
Con questo precedente, non è fuori luogo la preoccupazione con la
quale a Lucca si accolse un gesto puramente formale quale la parteci-
pazione inviata alla Repubblica della nascita del primogenito dello
Stuart. Il plico era indirizzato «Ai nostri carissimi e buoni amici il Gon-
faloniere e Anziani della Republica di Lucca» e il testo si apriva ricor-
dando «l’amicizia e buona intelligenza che noi abbiamo desiderato
12
conservare con voi» . Era stato il cardinal Gualtieri 13 a consegnare il
plico all’agente lucchese presso la corte papale, abate Giovanni Giacomo
Fatinelli, in regolare corrispondenza con il cancelliere del Consiglio gene-
rale, Orazio Donati, e con quello delle Differenze, Giuseppe Vincenzo
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Nicolini . Come rispondere? Certamente – riflettono i deputati –
«secondo le regole della convenienza e del rispetto, specialmente verso
un prencipe di tal rango, cade l’obligo della resposta», ma è bene avere
prima notizia di come si sono comportati gli altri stati; per questo a Fati-
nelli viene chiesto «di indagare con tutta destrezza se fino ad ora siano
sopravenute al medesimo re Giacomo lettere responsive […], d’accertarsi
se in fatti le medesime risposte verranno rese in carta, o pure in voce
per mezzo di ministri». E, soprattutto, occorre «riflettere che ogni passo
che si faccia verso il medesimo re Giacomo può dare motivo d’osserva-
zione al re Giorgio, oggi possessore dell’Inghilterra». Né si tratta di una
preoccupazione generica, perché dal sovrano d’Inghilterra «potrebbero
procedere sinistri avvenimenti alla nostra Republica, specialmente per
gli imminenti trattati di pace, ne’ quali doverà avere tanta parte il sud-
savia oppinione che convenisse al servizio pubblico di divertirne la venuta per molti
reflessi politici et economici, restò l’eccellentissimo Consiglio servito di decretare che lo
spettabile Coriolano Orsucci respondesse al suo corrispondente che non aveva creduto
dover partecipare la proposizione da esso fatta, sì per l’affare in se stesso gravissimo,
come per le conseguenze che potrebbero portare in una Repubblica, tanto più che l’an-
gustia di questo Paese non potrebbe somministrare alla sua real persona tutto quel com-
modo che le sarebbe dovuto, oltre di che, per la vicinanza di Livorno e per il continuo
passaggio di forestieri in simile occasione, si renderebbe minore la sua sicurezza» (Diffe-
renze 458, n. 47, lettera all’agente Fatinelli a Roma, 26 novembre 1725; la relazione che
qui si copia era stata approvata tre giorni prima).
12 La traduzione dal francese della lettera datata 8 gennaio 1721 si legge in Differenze
458, n. 2, all’interno di un incartamento che Salvatore Bongi così descriveva: «Lettere e
relazioni intorno al Re Giacomo d’Inghilterra (Pretendente), e specialmente sopra il
sospetto che ebbe la Repubblica che questo personaggio pensasse di trasferire la sua
residenza in Lucca» (Inventario del R. Archivio di Stato in Lucca, Vol. I, Tip. Giusti, Lucca,
1872, p. 272). L’originale si conserva in Anziani 515.
13 Sul cardinale Filippo Antonio Gualtieri (o Gualterio), già in contatto col padre Gia-
como II in esilio a Parigi e poi a lungo accanto a Giacomo III, che lo aveva nominato nel
1717 patrono dell’Inghilterra, si sofferma Corp, The Stuarts in Italy cit., passim. Da
vedere anche la voce compilata da S. Giordano (Dizionario Biografico degli Italiani, vol.
60, 2003), che non si diffonde sul suo ruolo di sostenitore del Pretendente.
14 Lettera di Fatinelli a Donati, Roma 11 gennaio 1721 (Differenze 458, n. 1).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)