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persino giunto a minacciare la requisizione dei beni per farne dono al
pascià, i religiosi, all’epoca guidati dal prefetto Gaudenzio da Trento,
avevano iniziato a riconsiderare la possibilità di far passare la missione
sotto la protezione di una nuova potenza straniera, che avesse real-
mente a cuore le sorti del loro apostolato e ne rispettasse la presenza
e l’azione in area tripolina. Già nell’estate del 1793, a fronte dei primi
contrasti emersi col Guys all’indomani della fuoriuscita del console Pel-
legrin, tra i padri francescani era circolata l’ipotesi di affidare la tutela
del centro apostolico alla Spagna, nazione cattolica e all’epoca rappre-
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sentata in Tripolitania dal console James Soler . Il progetto, che pur
era stato presentato alla Congregazione di Propaganda Fide attraverso
una missiva dai toni eloquenti, era quindi stato riproposto nel febbraio
dell’anno successivo, quando i missionari, sempre più esasperati dai
metodi autoritari del rappresentante repubblicano, avevano rilasciato
una dichiarazione da cui emergeva chiaramente la volontà di rescin-
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dere i rapporti col delegato transalpino .
La risolutezza con cui essi si adoperarono perché la protezione della
missione fosse affidata alla potenza spagnola costituì pertanto un ulte-
riore elemento a cui fare appello per svincolare la missione dall’inge-
renza del delegato francese e quindi rivendicare, oltre all’autonomia da
Parigi, anche la piena fedeltà e dipendenza dal pontefice Pio VI e dalla
Congregazione di Propaganda. Più volte ricercata anche in età napo-
leonica, la tutela spagnola fu infine affermata in via del tutto unilate-
Tripoli nel 1707, come specificato da D. Rézeau, Tripoli de Barbarie. Consuls de France
et missionnaires cit., p. 54. L’amministrazione dei sacramenti agli schiavi cristiani pre-
senti presso la reggenza era soltanto uno dei compiti a cui i missionari francescani resi-
denti a Tripoli erano chiamati ad assolvere. Oltre a celebrare le sacre funzioni presso la
chiesa di Santa Maria degli Angeli, essi si prodigavano di insegnare la dottrina cristiana,
di garantire assistenza spirituale ai malati e a gli infermi e a di coordinare l’azione della
locale confraternita del SS.mo Sacramento; cfr.: Ascep, Scritture riferite nei congressi,
Prima Serie, Barbaria, Vol. X, f. 19, Relazione della Missione di Tripoli di Barbarie secondo
il questionario dell’anno 1801, Tripoli, 12 luglio 1801.
16 «[…] Ardisco poi di proporre come al presente più accreditato di tutti gli altri Consoli
l’Ill[ustrissi]mo Sig. Giacomo Solèr Console di Sua Maestà Cattolica, molto ancora amo-
roso verso i poveri Missionarj.» (Ascep, Scritture riferite nei Congressi, Prima Serie, Bar-
baria, Vol. IX, f. 181 cit.).
17 «Noi qui sottoscritti ci protestiamo di non voler più soggiacere sotto la protezione
d’un Console Nazionale, che ha prestato all’Assemblea l’iniquo giuramento ed approvato
l’esecrabile condanna alla morte del proprio Monarca vero nostro patrocinatore per asso-
ciarci ad una abbominevole repubblica; ad un Console furioso nel suo ingiusto proce-
dere, e che ci ha recati molti ingiuriosi affronti, e seguita a recarceli sempre maggiori»
(Ascep, Scritture riferite nei Congressi, Prima Serie, Barbaria, Vol. IX, f. 224, Dichiara-
zione del prefetto Gaudenzio da Trento e del padre apostolico Antonio da Castelnuovo, Tri-
poli, 19 febbraio 1794).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)