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Casi di mobilità di schiavi nel Mediterraneo dell’età moderna 157
supponiamo più volte, e ancor più ci stupiamo – il suo schiavo Pedro
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Franco per seguire i suoi affari .
Un lungo viaggio lo compivano, ovviamente, gli schiavi neri condotti
dalle carovane provenienti dal Sudàn sino alle città costiere mediterra-
nee ovvero quando arrivavano nei porti della penisola iberica – a Lagos,
Siviglia e Lisbona – direttamente dalle coste o dalle isole dell’Africa occi-
dentale. Per molti neri però l’arrivo sulle coste mediterranee non segnava
il termine del viaggio; una gran parte di essi era inoltrata verso territori
dell’impero ottomano, trasportata da navi di diversa nazionalità. Questo
viaggio, marittimo o terrestre, in paesi rivieraschi mediterranei, dob-
biamo però forse propriamente considerarlo come ancora parte inte-
grante della fase iniziale della riduzione in schiavitù, dunque non
prenderlo in considerazione nel nostro presente discorso. Altri schiavi
giungevano a Istanbul e in altre città dell’impero – dove nel complesso
ne furono immessi o ne nacquero da due a tre milioni, dal Cinquecento
ai primi decenni dell’Ottocento – da più lontano, dall’Africa orientale, fra
l’altro dall’Eritrea e dall’ Etiopia, attraverso il Mar Rosso sino a Suez e
da qui al Cairo, poi ad Alessandria e ad altri porti dell’impero ottomano.
Viaggi di schiavi invece, non viaggi verso la schiavitù, sono da con-
siderare certamente quelli di africani neri, già condotti dall’Africa in
America attraverso la ‘schiavitù atlantica’, alcuni forse nati in America
come schiavi, che venivano condotti in Europa, nel corso del Settecento
specialmente, in grande maggioranza in Francia e in Inghilterra, a
seguito dei loro padroni quando questi decidevano di ritirarsi a vivere
in patria – dopo aver gestito loro imprese agricole e commerciali o aver
esercitato cariche amministrative o militari, ovvero anche quando veni-
vano a trascorrere in Europa periodi, anche di un anno e più, per
riposo o per sbrigare taluni affari. Questa presenza servile nera sollevò
problemi e in Francia diede occasione a successive, in parte divergenti,
decisioni politiche e amministrative; si considera credibile una pre-
senza contemporanea sul suolo francese di 5-10 mila schiavi, in Inghil-
terra forse anche sino a 30mila, oltre la metà nella sola Londra, poi a
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Bristol e Liverpool .
A storie collettive di migliaia di individui, possiamo affiancare – così
8 R. Pike, Aristocrats and Traders. Sevillan Society in the Sixteenth Century, Ithaca-
London, 1972, p. 185.
9 Sul fenomeno in questione, fra gli altri: M. Besson, La police des Noirs en France
sous Louis XVI, «Revue d’histoire des colonies françaises», 15, 1928, pp. 433-446; F.O.
Shyllon, Black Slaves in Britain 1555-1833, Oxford, 1974; S. Peabody, «There are no
Slaves in France». The Political Culture of Race and Slavey in the Ancien Régime, Oxford,
1996; P.H. Boulle, Race et esclavage dans la France d’Ancien Régime, Paris, 2007.
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)