Page 163 - 1
P. 163

Bono 1 (app)_8  25/04/18  11:49  Pagina 159






                   Casi di mobilità di schiavi nel Mediterraneo dell’età moderna   159


                   di schiavi in lavori agricoli e nell’allevamento – rimasto a lungo del tutto
                   ignorato – implicava ovviamente il continuo spostamento di essi verso
                   campagne e fattorie dei padroni ovvero il loro allontanamento dalla
                   casa padronale per risiedere invece nel posto di lavoro; si può peraltro
                   aggiungere che anche nella schiavitù mediterranea nell’età moderna si
                   sono protratte, dall’età medievale, forme di ‘schiavitù di piantagione’,
                   della canna da zucchero precisamente, così diffuse e tipiche – come è
                   ben noto – in altre parti del mondo. Forse proprio lo sviluppo nel nuovo
                   continente di recente ‘scoperto’, con le ottime possibilità ivi offerte, ha
                   fatto abbandonare nell’ambito mediterraneo quelle colture e l’impiego
                   in esse di mano d’opera schiavile.
                      Forse ancor meno noto – ma verosimilmente altrettanto praticato –
                   l’ impiego di schiavi in campo militare, con una dislocazione a distanza,
                   anche notevole, dalle sedi abituali di quei contingenti servili : per esem-
                   pio, quando il pascià di Tripoli Mohammed di Chio dispose l’impiego
                   di un gruppo selezionato di schiavi europei per combattere le tribù del
                   Gebel, oltre un centinaio di km dalla costa mediterranea; li gratificò
                   poi nella spartizione del bottino «poiché avevano molto contribuito alla
                           15
                   vittoria» . Inconsueto, ma forse non eccezionale, il trasferimento di
                   galeotti turchi dal Mediterraneo ai Caraibi, nel Cinquecento, per servire
                   sulle  galere  spagnole  impiegate  contro  corsari  e  pirati.  L’estrema
                   espressione di ‘mobilità’ da parte di singoli o di poche unità di schiavi
                   ma a volte anche di alcune decine o centinaia la possiamo scorgere
                   nelle fughe degli schiavi, che presentano casi estremamente diversi e
                                           16
                   tutti molto romanzeschi .
                       Senza contraddire ciò che abbiamo già ricordato, cioè la somma
                   incommensurabile di sopraffazione e di sofferenza inflitta a milioni di
                   esseri umani coinvolti nella schiavitù mediterranea – caratterizzata da
                   un fondamentale degrado nella gerarchia sociale e da una ovvia limi-
                   tazione della mobilità personale – non si possono ignorare un certo
                   numero di casi persino di mobilità sociale verso l’alto rispetto alle con-
                   dizioni di quel dato individuo nella società di appartenenza prima della
                   sua caduta in schiavitù. In parecchi casi si può riscontrare almeno un
                   relativo miglioramento nelle condizioni materiali, e in certo modo anche
                   morali, rispetto alle condizioni prima della cattura.
                       Fra le testimonianze in questo senso è esemplare quella di Johann




                      15  Su Mohammed di Chio: A. Quartier, L’esclave religieux et ses aventures cit., p 185.
                      16  Sugli schiavi nei Caraibi: D. Wheat, Mediterranean Slavery, New World Transfor-
                   mations: Galley Slaves in the Spanish Caribbeean. 1578-1635, «Slavery and Abolition»,
                   31, 2010, pp. 327-344.


                   n.42                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   158   159   160   161   162   163   164   165   166   167   168