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Casi di mobilità di schiavi nel Mediterraneo dell’età moderna 161
derivare da due diversi potenziali percorsi: uno, che lo schiavo riuscisse
a migliorare la propria condizione per sua propria iniziativa e merito,
grazie ad un accordo con il padrone per esercitare in proprio una atti-
vità lavorativa o imprenditoriale dalla quale trarre un guadagno apprez-
zabile, che gli consentiva di ‘risparmiare’ il prezzo del riscatto; una
tipica diffusa occupazione degli schiavi europei nelle città maghrebine
era di andare in giro nella città a distribuire acqua potabile; così fece,
come racconta egli stesso, René de Chastelet des Boys e, analogamente
e prima ancora, il sieur de Rocqueville, ambedue ad Algeri rispettiva-
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mente nel 1642-1645 e qualche decennio più tardi .
L’altro percorso verso una sorte migliore si apriva per lo schiavo a
seguito di un mutamento di proprietario, per una compravendita o
altra circostanza, e del trovarsi alle dirette dipendenze di persona
potente e facoltosa, di cui conquistava stima e fiducia, ricevendo com-
piti che lo portavano a ‘condividere’ in qualche modo l’agiatezza del
padrone.
Le storie fortunate non mancano, in diversi contesti, ma certamente
– ripetiamo – in rapporto ai grandi numeri del fenomeno schiavile costi-
tuivano eccezioni, che proprio per questo attirarono l’attenzione. Uno
degli schiavi che non potevano lamentarsi della loro sorte fu certamente
il danese Hark Olufs, nativo della piccola isola Amrum, una delle Frisone
occidentali, acquistato dal bey di Costantina nel marzo 1724 e divenuto
suo uomo di fiducia; dopo undici anni a servizio del governatore algerino,
nel 1736, poté ottenere da lui di tornare in patria, ricco e festeggiato dai
suoi concittadini che ancor oggi possono leggere nella lapide della sua
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tomba un compendio della vita avventurosa e fortunata . Così una
bambina circassa condotta da tatari sul mercato di Istanbul, quando
a Maiorca nel 1621, è segnalato da A. Montaner, Aspectos de la esclavitud en Mallorca
durante la edad moderna, «Boletín de la Societat arquelogica lulliana», 37, 1979, p. 304;
J. Fonseca, Escravos no Sul de Portugal, (Lisboa), 2002, pp. 190-195 (Legados e doações)
presenta diverse fattispecie.
20 L’edizione critica della Odyssée di René du Chastelet des Boys, è compresa in L’es-
clavage du brave chevalier de Ventimille d’Henry du Lisdam (1608) suivi de l’Odyssée ou
diversité d’aventures, rencontres et voyages en Europe, Asie et Afrique, par le sieur du
Chastelet des Boys (1665), a cura di C. Zonza, Paris, 2012; alle pp. 49-157 vi è il testo
concernente la cattura e la schiavitù ad Algeri, il nostro riferimento è alle pp. 92-93. Le
memorie di Rocqueville: Relation des mœurs et du gouvernement d’Alger. Par le sieur de
Rocqueville, Paris, 1675; su di lui: F. Loualich, Alger au XVIIe siècle: le regard d’un captif
porteur d’eau (le sieur de Rocqueville), in L’Afrique au XVIIe siècle. Mythe et réalités, a
cura di A. Baccar, Tübingen, 2003, pp. 181-188.
21 M. Rheinheimer, Der fremde Sohn. Hark Olufs’ Wiederkehr aus der Sklaverei, Neu-
münster, 2001, comprendente il testo delle Sonderbaren Avanturen di Oluf (1747).
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)