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Casi di mobilità di schiavi nel Mediterraneo dell’età moderna 163
schweig-Wolfenbüttel, con in quali passò in Germania. Qui fu battez-
zato, il 29 giugno 1708, con il nome di Anton Wilhelm Amo, a ricordo
dei suoi padroni, Anton e il figlio August Wilhelm; arrivò a studi supe-
riori sino a conseguire nel passare degli anni brillanti titoli di docente
di Filosofia nelle Università di Halle e poi di Wittemberg sino ad inse-
gnare per breve tempo in quella di Jena, dove incontrò però succes-
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sive amarezze che lo indussero al ritorno in Ghana . Anche il piccolo
nero di otto anni, venduto sul finire del Seicento da mercanti arabi a
turchi, con il nome di Ibrahim, e poi divenuto Hannibal e finito in
dono allo zar Pietro il Grande, è invece un esempio di storie di schiavi
finite nel benessere, nel successo, nella fama. Il sovrano russo ne fece
un suo accompagnatore nei viaggi in Europa, fra l’altro in Francia.
Dopo disgrazie e onori Hannibal visse a lungo come rispettato e ricco
proprietario terriero; ora è ricordato soprattutto come avo dello scrit-
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tore Nikolai Pushkin .
Negli ultimi decenni di presenza di europei in schiavitù nel Maghreb
si colloca la brillante carriera del cittadino statunitense James Leander
Cathcart: con versatilità e abilità non comuni, per un decennio dopo
la cattura, nel 1785, da parte degli algerini, si fece apprezzare e con-
quistò la fiducia del dey sino a diventarne il segretario. Recuperata la
libertà, nel 1796, per lasciare Algeri comprò e allestì in perfetta effi-
cienza un vascello per il viaggio di ritorno, per caricarvi ricchezze e
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ricordi .
Alla mobilità degli schiavi potevano contribuire diverse fattispecie
di accordi e contratti dei quali i loro padroni ne facevano oggetto. Ogni
compravendita – intendiamo ora quelle tra privati, nel ‘mercato secon-
dario’, per così dire – poteva anche portare come conseguenza uno spo-
stamento, prossimo o lontano, ed un mutamento della condizione
anche verso un maggior benessere e la collocazione in un ambiente
sociale più elevato. Compravendite se ne facevano con frequenza e per
diverse motivazioni: per il mutare delle esigenze del padrone e forse più
25 Su Wilhelm Amo: P.Martin, Schwarze Teufel, edle Mohren. Afrikaner in Geschichte
und Bewusstsein der Deutschen, Hamburg, 2001, pp. 308-327; Amo tornò infine in
Ghana ove visse almeno sino al 1753.
26 Su Hannibal: A. Parry, Abram Hannibal, the Favorite of Peter the Great, «The Jour-
nal of Negro History», 8, 1923, pp. 359-366; D. Gnammankou, Abraham Hannibal, l’
aÏeul noir de Pouchkine, Paris-Dakar, 1996; H.Barnes, Gannibal, the Moor of Petersburg,
London, 2005. Tornato nel 1723 in Russia Hannibal visse sino al 1782, nella gloria e
nell’agio.
27 D. Vitkus, a cura di, Piracy, Slavery and Redemption. Barbary Captivity Narratives
from Early Modern England, New York, 2001, pp. 103-146.
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)