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                   Casi di mobilità di schiavi nel Mediterraneo dell’età moderna   165


                   regola questo tipo di doni erano prontamente ricambiati con oggetti
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                   preziosi, animali esotici, schiavi d’altri paesi .
                      Al di là del possibile sollievo e persino piacere per gli schiavi, i lunghi
                   viaggi in paesi lontani a seguito del padrone, riferiti talvolta ampia-
                   mente nelle memorie di schiavitù ci hanno consegnato notizie, descri-
                   zioni, persino elaborate informazioni su aspetti di tradizioni e costumi
                   dei paesi visitati; per questo aspetto le relazioni degli schiavi europei
                   non sono state forse utilizzate in tutta la loro potenziale utilità. Anche
                   il modesto Wild ha recato utili notizie sul Cairo e poi sui luoghi santi
                   d’Arabia – la cui visita fa pensare che ne abbia avuto il permesso in
                   quanto convertito all’islam. Un caso eminente è quello di Joseph Pitts,
                   catturato quindicenne nel 1678 sulle coste spagnole a bordo di una
                   nave da carico ad opera di una nave corsara algerina, capitanata da
                   un rinnegato olandese. Ad Algeri passò di proprietà da uno ad altro
                   padrone, sino ad un certo Omer, persona colta, che lo condusse con
                   sé nel maggio 1685 sino alla Mecca e a Medina, dove lo manomise;
                   verosimilmente si convertì in quella occasione o lo aveva già fatto prima
                   di partire. Al suo ritorno in Inghilterra, Pitts scrisse e publicò A Fai-
                   thfull Account of the Religion and Manners of the Mahometans (Exeter
                   1704), testo che « as the whole gives us an accurate, unsensational
                   picture of the essentials of Islam»; l’interesse maggiore del volume è il
                                                                               31
                   lungo e dettagliato racconto del suo pellegrinaggio alla Mecca . Viag-
                   giatore eccezionale suo malgrado, fu un modesto marinaio statuni-
                   tense, di origine africana, catturato nel 1810 per il naufragio d’una
                   nave sulla costa atlantica del Marocco meridionale; a parte gli aspetti
                   del tutto personali della sua disavventura, lo ricordiamo poiché sembra
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                   fondato che si sia recato sino alla allora misteriosa Timbuctù .
                       Un intero capitolo di viaggi di schiavi potrebbe esser costituito da
                   quelli effettuati per sfuggire dai luoghi di schiavitù, viaggi avventurosi,
                   compiuti nell’ansia di essere scoperti e nella sfida contro pericoli e dif-





                      30  Per il dono del Gran maestro: G. Wettinger, Slavery in the Islands of Malta and
                   Gozo, ca. 1000-1812, La Valletta, 2002, pp. 274-277; per il dono a Luigi XIV: A. Mitter-
                   wieser,  Türkentaufen  in  Bayern,  «Archiv  für  Sippenforschung  und  alle  verwandte
                   Gebiete», 16, 1939, p. 162.
                      31  J. Wild, Neue Reysbeschreibung eines Gefangenen Christen Anno 1604 cit, , pp.
                   105-180, sul viaggio sino a La Mecca, Medina, Gedda, nel Yemen, con ritorno per la via
                   del Cairo. P. Auchterlonie, Josef Pitts Exeter’s First Orientalist?, in Schiavi europei e
                   musulmani d’Oltralpe (sec. XVI-XIX), a cura di S. Bono, numero monografico di «Oriente
                   moderno», 91, 2011, pp. 171-180.
                      32  Robert C. Adams, The Narrative of R.A., a Barbarian Captive. A Critical Edition, a
                   cura di C. Hansford Adams, New York, 2006.


                   n.42                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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