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                   Napoli 1848                                                     169


                   cisamente la nazione, i suoi significati; riarticola i sentimenti di appar-
                   tenenza. Prima, è il sentimento della doppia patria, la possibilità della
                   convivenza fra la nazione napoletana e la nazione italiana, la fedeltà
                   alla dinastia borbonica e la possibilità di integrarla in una più ampia
                   prospettiva unitaria, a caratterizzare la cultura politica del Regno, a
                   fungere da collante di un’ampia costellazione di patrioti; dopo il 1848,
                   l’idea della nazionalità va sempre più disgiungendosi dal principio della
                   fedeltà dinastica borbonica e cambia la natura stessa del sentimento
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                   di patria e la definizione di patrioti .
                      È un percorso complesso che investe non solo intellettuali liberali
                   come Giuseppe e Carlo Poerio, Luigi Settembrini, ma anche esponenti
                   del mondo militare. La doppia patria fu un sentimento costitutivo di
                   appartenenza anche del mondo militare napoletano. Come ho cercato di
                   ricostruire nel mio lavoro, Mito e realtà della nazione napoletana, la storia
                   della Nunziatella e delle personalità che la frequentarono come docenti
                   o come allievi dimostra che tra nazione napoletana e nazione italiana
                   dopo il 1848 si svolse anche uno scontro civile: due mondi in competi-
                   zione, espressione però di valori comuni – l’onore, la lotta per l’indipen-
                   denza dallo straniero, la dignità militare, la fedeltà alla monarchia – si
                   confrontarono anche assai aspramente e senza esclusione di colpi.
                      Nella stessa breve ma intensa congiuntura quarantottesca napole-
                   tana si può verificare il valore e l’efficacia rappresentativa della meta-
                                                                                      4
                   fora adottata da Lewis Namier: il ’48 europeo come “vivaio di storia” .
                   “Vivaio” sta a significare, nel caso napoletano, la coltivazione accelerata
                   di una pianta che, nella brevissima durata, cresce, matura e si tra-
                   sforma cambiando la sua stessa natura e fisionomia originaria.
                      Il percorso di Francesco De Sanctis è da questo punto di vista di stra-
                   ordinario interesse. Alla vigilia del 1848 per De Sanctis nazione napole-
                   tana e nazione italiana sono due facce della stessa medaglia. Ancora nel
                   febbraio del 1848 per lui il quadro nazionale è a sicura trazione napole-
                   tana, grazie alla scelta costituzionale di Ferdinando II. La svolta avviene
                   solo con la repressione borbonica successiva al 15 maggio.
                      L’idea di far partire da Napoli la spinta nazionale unitaria italiana
                   accomuna  dunque  De  Sanctis  a  tanti  altri  intellettuali  meridionali
                   influenzati soprattutto dal Primato di Gioberti e dalla sua idea di far par-
                   tire dal Regno del sud il rilancio culturale, oltre che politico, d’Italia.

                      2. Per tornare a Blanch, il nostro punto di partenza, va osservato che





                      3  Ho affrontato questo tema in A. Musi, Mito e realtà cit,, pp, 121 ss,
                      4  L. Namier, La rivoluzione degli intellettuali e altri saggi sull’Ottocento europeo, trad,
                   it, Einaudi, Torino,  1957.


                   n.42                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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