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cisamente la nazione, i suoi significati; riarticola i sentimenti di appar-
tenenza. Prima, è il sentimento della doppia patria, la possibilità della
convivenza fra la nazione napoletana e la nazione italiana, la fedeltà
alla dinastia borbonica e la possibilità di integrarla in una più ampia
prospettiva unitaria, a caratterizzare la cultura politica del Regno, a
fungere da collante di un’ampia costellazione di patrioti; dopo il 1848,
l’idea della nazionalità va sempre più disgiungendosi dal principio della
fedeltà dinastica borbonica e cambia la natura stessa del sentimento
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di patria e la definizione di patrioti .
È un percorso complesso che investe non solo intellettuali liberali
come Giuseppe e Carlo Poerio, Luigi Settembrini, ma anche esponenti
del mondo militare. La doppia patria fu un sentimento costitutivo di
appartenenza anche del mondo militare napoletano. Come ho cercato di
ricostruire nel mio lavoro, Mito e realtà della nazione napoletana, la storia
della Nunziatella e delle personalità che la frequentarono come docenti
o come allievi dimostra che tra nazione napoletana e nazione italiana
dopo il 1848 si svolse anche uno scontro civile: due mondi in competi-
zione, espressione però di valori comuni – l’onore, la lotta per l’indipen-
denza dallo straniero, la dignità militare, la fedeltà alla monarchia – si
confrontarono anche assai aspramente e senza esclusione di colpi.
Nella stessa breve ma intensa congiuntura quarantottesca napole-
tana si può verificare il valore e l’efficacia rappresentativa della meta-
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fora adottata da Lewis Namier: il ’48 europeo come “vivaio di storia” .
“Vivaio” sta a significare, nel caso napoletano, la coltivazione accelerata
di una pianta che, nella brevissima durata, cresce, matura e si tra-
sforma cambiando la sua stessa natura e fisionomia originaria.
Il percorso di Francesco De Sanctis è da questo punto di vista di stra-
ordinario interesse. Alla vigilia del 1848 per De Sanctis nazione napole-
tana e nazione italiana sono due facce della stessa medaglia. Ancora nel
febbraio del 1848 per lui il quadro nazionale è a sicura trazione napole-
tana, grazie alla scelta costituzionale di Ferdinando II. La svolta avviene
solo con la repressione borbonica successiva al 15 maggio.
L’idea di far partire da Napoli la spinta nazionale unitaria italiana
accomuna dunque De Sanctis a tanti altri intellettuali meridionali
influenzati soprattutto dal Primato di Gioberti e dalla sua idea di far par-
tire dal Regno del sud il rilancio culturale, oltre che politico, d’Italia.
2. Per tornare a Blanch, il nostro punto di partenza, va osservato che
3 Ho affrontato questo tema in A. Musi, Mito e realtà cit,, pp, 121 ss,
4 L. Namier, La rivoluzione degli intellettuali e altri saggi sull’Ottocento europeo, trad,
it, Einaudi, Torino, 1957.
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)