Page 137 - Mediterranea 43
P. 137

Storia e letteratura. Catania, il fascismo e la guerra nel racconto di Sebastiano Addamo 343



             di discorsi, di parate, di onte subite o conclamate» (p.15). L’entusia-
                                                                24
             smo  23  si alimentava invece di processi più profondi , anche se appa-
             rentemente semplici, quale la quotidiana partecipazione nei luoghi di
             socialità (il bar, dove si ‘gioca’ al ‘fascista della prima ora’ – e poco
             importa se il gioco è scoperto, resta il valore dell’adesione iniziale 25  –,
                                                                  26
             dove si esercita un controllo sociale più o meno occulto ) e formazione.
             La scuola, appunto: «anche per noi ragazzi l’entusiasmo non subiva
             intoppi. A scuola avevamo trovato un professore di cultura militare che
             ci era piaciuto … centurione della milizia, magro scattante e con baf-
             fetti; ci parlava di guerra e di strategia accarezzando di continuo il
             pugnale che gli luceva nella cintola» (p. 17). E non manca in questa
             formazione  di  coscienze  fasciste  l’inoculazione  del  veleno  razzista:
             «verso gli ebrei avevamo – ricorda il protagonista – odi furiosi e accaniti,
             di recente avevamo visto il film: Süss l’ebreo» (p. 24).
                  Non basta la presenza del “povero” (nel senso letterale del termine)
             Morico (uno dei compagni di scuola e di pensione di Gino) e dei suoi
             dubbi a incrinare l’entusiasmo del gruppo. Dal più fascista dei ragazzi,
             Pippo, Morico è tacciato di “comunismo” e tanto basta per evitare di
             farsi contagiare. «Anche i comunisti erano per noi nemici, specie di bar-
             bari» (p.25). E la ‘barbarie’ è essenzialmente immagini orrorifiche e vio-
             lente destinate a fissarsi nella mente dei nostri adolescenti (i padri della
             mia generazione), e a produrre un immaginario destinato a durare a
             lungo anche oltre il fascismo:

                  In quei tempi erano usciti dei quaderni che sulla copertina portavano stam-
             pato un enorme orso villoso e rosseggiante con in mano una fiaccola accesa e
             sotto i piedi città e campagne devastate, palazzi distrutti, dappertutto bagliori
             d’incendio; davanti a esso un triangolo: Roma, Berlino, Tokio, e su ciascuno dei
             vertici un soldato armato, dignitoso e fiero. L’orso era davvero spaventoso e nel
             suo aspetto mi raffiguravo i comunisti, come da bambino sfogliando la Divina
             Commedia quella del Doré, e la Russia l’immaginavo simile a quell’inferno, i dia-
             voli armati di tridente, un orrore infinito e sanguinoso (p. 25).







                  23  Secondo la definizione del Devoto-Oli: «partecipazione totale, gioiosa e ammira-
             tiva, a ciò che si vede o si ascolta». Ed “entusiasta” «si dice di persona disposta ad acco-
             gliere o perseguire motivi pratici o ideali, con trasporto fiducia e dedizione totale e
             convinta, talvolta aliena da ogni pur necessaria considerazione realistica».
                  24  «Più che il fascismo a imporsi sul paese, era stato il paese ad andargli incontro»,
             scriverà S. Addamo in Le abitudini e l’assenza, Sellerio, Palermo, 1982, p. 43.
                  25  Come il barista «già impresario di pompe funebri, ladro … finito pure in carcere,
             poi … fascista», che insiste «d’aver partecipato alla marcia», p. 13
                  26  Il «nastrino di squadrista» il barista non l’aveva avuto, ma aveva ottenuto «la
             licenza di quel bar, forse a uso del piccolo spionaggio locale», p. 14.


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   132   133   134   135   136   137   138   139   140   141   142