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Candiani (letture)_8  14/12/18  09:32  Pagina 614






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                 pria analisi partendo non dalla prima età moderna, ma dalle guerre
                 della Rivoluzione Francese, in modo da mettere meglio in risalto la
                 connessione tra lo sviluppo del potere navale e la nascita della storia
                 navale. Il capitolo iniziale offre quindi un ampio excursus, sorretto
                 dalla storiografia più aggiornata, circa l’evoluzione delle marine da
                 guerra dagli anni Novanta del XVIII secolo fino ad oggi, con una par-
                 ticolare attenzione ai rapporti tra il potere navale e la diplomazia. L’a.
                 sottolinea come lo sviluppo storiografico sia stato altalenante, con-
                 centrandosi solo su alcuni periodi ritenuti di particolare rilievo, quali
                 le guerre rivoluzionarie, la prima età napoleonica fino al 1805 e il
                 navalismo  che  ha  portato  alla  Prima  Guerra  Mondiale.  Ci  si  è  in
                 sostanza concentrati molto di più sulle fasi di lotta per la conquista
                 del sea power piuttosto che su quelle, di maggior durata e storica-
                 mente più significative, relative al suo esercizio, quali il lungo predo-
                 minio navale inglese del XIX secolo. Benché, dopo la fine della Guerra
                 fredda, gli storici abbiano rivolto una maggiore attenzione all’uso delle
                 marine militari quale strumento diplomatico, i drammi della lotta per
                 il predominio navale hanno generalmente oscurato gli studi sullo
                 sfruttamento del potere navale e del suo contributo alla diplomazia.
                 In questa prospettiva, Harding osserva come, sul piano delle fonti, gli
                 storici non si siano ancora rivolti agli archivi diplomatici per testare
                 adeguatamente le pretese del sea power.
                    Oltre a caratterizzare un’epoca, il navalismo fece da catalizzatore
                 alla nascita della storia navale. La fine del XIX secolo vide infatti infu-
                 riare i dibattiti tra i sostenitori delle flotte da battaglia di navi di linea
                 corazzate e quella della cosiddetta Jeune Ecole, che poneva invece
                 l’accento su flotte “leggere” di incrociatori e unità minori, aventi lo
                 scopo di distruggere il traffico nemico e paralizzare le corazzate. Nel
                 contesto di questo duro scontro teorico, la storia sembrava poter con-
                 tribuire alla soluzione di alcuni dei più importanti problemi militari
                 del momento. Non si trattava tanto di un’astratta ricerca scientifica,
                 ma di un vero e proprio dibattito politico, in una fase nella quale il
                 mare assumeva un ruolo più ampio nella politica e nella diplomazia
                 rispetto a quello del passato. La Prima Guerra Mondiale distrusse
                 però  gran  parte  di  queste  convinzioni.  L’esperienza  fornita  dalla
                 guerra sul mare non fu conclusiva, ma sicuramente minò la fede
                 nell’estrapolazione di principi dagli studi storici. La storia divenne
                 meno importante come strumento di pianificazione bellica, un aspetto
                 che non ha finora ricevuto molta attenzione in campo storiografico.
                 Dopo i grandi entusiasmi (e le enormi spese) del navalismo, non era
                 più chiaro quale ruolo avessero le marine da guerra e ciò influenzò
                 negativamente lo sviluppo teorico. Se nel periodo tra le due guerre


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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