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                    Nel corso della sua azione pastorale a Sondrio Rusca si distinse come
                 protagonista di alcune dispute controversiste con i protestanti, tra le
                 quali si ricordano quella riguardante la natura umana e divina di Gesù
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                 Cristo, data alle stampe nel 1598 , e quella concernente l’identità del
                 sacrificio eucaristico che non poteva essere considerato una semplice
                 «commemorazione», tenutasi a Piuro nel marzo 1597. Egli fu in contatto
                 epistolare con il cardinale gesuita Roberto Bellarmino che riconobbe le
                                                                               16
                 sua qualità di controversista definendolo «ornato di tanta dottrina» , ma
                 i suoi interventi e trattati in merito sono andati quasi completamente
                 dispersi forse per facilitare l’avviamento del processo di canonizzazione,
                 in cui un eccessivo impegno dottrinale e teologico avrebbe potuto costi-
                 tuire un intralcio al proseguimento della causa. Tanto più che con que-
                 ste dispute Rusca continuava a violare i regolamenti dello Stato dei
                 Grigioni, i quali avevano proibito a entrambe le confessioni presenti sul
                 territorio di continuare a svolgere del proselitismo religioso, così da faci-
                 litare il più possibile una pacifica convivenza nella comunità.
                    A questo proposito è di particolare interesse la disputa sull’autorità
                 del papa che lo vide contrapporsi nel gennaio 1592 al ministro prote-
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                 stante lucchese Scipione Calandrini , rettore della Chiesa riformata
                 di Sondrio fino al 1607, mentre entrambi si trovavano davanti al capez-
                 zale di un’ammalata di confessione riformata, zia di una neo-convertita
                 al cattolicesimo. Calandrini era fuggito a Ginevra nel 1559 e aveva inse-
                 gnato presso l’Università di Heidelberg prima di diventare pastore della
                 comunità riformata di Sondrio, dove aveva sostituito Pietro Paolo Ver-
                 gerio.  Nella  circostanza  della  disputa  il  calvinista  lucchese  accusò
                 Rusca di avere divulgato un libro del sacerdote Francesco Panigarola.
                 in cui Giovanni Calvino era definito eretico, contro i regolamenti delle
                 Tre Leghe che proibivano sia ai cattolici sia ai riformati questo tipo di
                 discredito pubblico della confessione altrui. L’arciprete tenne il punto
                 e continuò a difendere l’opera di Panigarola, proclamandosi disposto a
                 farlo sino al sacrificio della vita. In una precedente Apologia pro aucto-
                 ritate Romani pontificis adversus Scipionem Calandrinum olim Sondrii
                 ministrum, purtroppo andata dispersa, l’autore individuava in una que-




                    15  N. Rusca, Acta disputationis Tiranensis adversus Calvinum et Ministros Calvini
                 defensores, Como, 1598. Su questa disputa e la successiva si veda A. Pastore, Nella Val-
                 tellina del tardo Cinquecento: fede, cultura, società, Viella, Roma, 2015, pp. 72,73 (pub-
                 blicato per la prima volta da SugarCo edizioni, Milano, 1975).
                    16  Il giudizio si trova in una lettera di Bellarmino a Rusca del 4 gennaio 1616 pubbli-
                 cata in S. Xeres, Dà la vita il Buon pastore (Gv, 10,11). Biografia di Nicolò Rusca (1563-
                 1618) cit., p. 208).
                    17  Su questa figura si rinvia a F. Zuliani, Scipione Calandrini e Tommaso Contarini
                 scrivono a Johann von Salis-Samedan (1595-1596), «Quaderni grigionitaliani», 85 (2016),
                 pp. 10-18.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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