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                    Questa convivenza forzata tra cattolici e protestanti avveniva nel
                 segno di una doppia identità. Rusca era suddito svizzero sul piano
                 civile, ma apparteneva alla diocesi di Como sul piano ecclesiastico, in
                 quanto dal 1512, alla vigilia dunque della protesta di Martin Lutero, la
                 Repubblica dei Grigioni aveva annesso la Valtellina e le confinanti giu-
                 risdizioni di Bormio e di Chiavenna. Di conseguenza la diocesi di Como
                 era stata divisa in due: il capoluogo lariano e il lago appartenevano al
                 ducato di Milano in mano agli Spagnoli; la Valtellina, Bormio e Chia-
                 venna, invece, si trovavano sotto la Repubblica delle Tre Leghe, obbli-
                 gate a coabitare con una nutrita presenza calvinista.
                    In particolare, Sondrio aveva circa duemila abitanti ed era il capo-
                 luogo della Valtellina cattolica ma anche la sede del governatore delle
                 Tre Leghe dei Grigioni. I riformati erano circa quattrocento persone
                 divise in tre comunità, quella di Borgo, forte con 250 membri, quella
                 di Mossini e quella della Valmalenco, con due gruppi principali rispet-
                 tivamente a Chiesa (una cinquantina di persone) e a Lanzada (un cen-
                 tinaio). Tali comunità riformate, minoritarie di numero ma influenti sul
                 piano sociale, resistevano perché da Sondrio, risalendo i passi e le valli,
                 si  poteva  raggiungere  il  capoluogo  Coira,  la  più  antica  città  della
                 Repubblica delle Tre Leghe, ove non si era ancora persa la memoria di
                 una missione inquisitoriale nel 1550 di Michele Ghislieri, il futuro Pio
                                                                 21
                 V, contro il locale vescovo in odore di eterodossia . Per quelle lunghe
                 strade in salita, innevate di inverno e verdeggianti d’estate, viaggiavano
                 commercianti e maestri di scuola, ma anche nascosti sotto le balle di
                 fieno dei carretti, i libri proibiti che propagandavano le nuove idee in
                 campo religioso.
                    Gli anni successivi alla dominazione imperiale di Carlo V, che nel
                 1555 aveva portato alla pacificazione di Augusta con i luterani, furono
                 caratterizzati da una convivenza improntata sulla ricerca di nuove
                 forme di tolleranza che includesse anche i calvinisti, rimasti fuori dagli
                 accordi imperiali. Uno sforzo teso a superare il principio del cuius regio
                 eius religio, in base al quale l’unica religione praticata doveva coincidere
                 con quella del principe e ai dissenzienti non restava che chinare il capo
                 o intraprendere la strada dell’esilio.
                    Nel 1557 la dieta di Ilanz dispose il riconoscimento delle confessioni
                 cattolica e riformata nella Repubblica delle Tre Leghe e nei territori sog-
                 getti con l’ammissione della libertà di coscienza. Si proibiva agli esponenti
                 delle due confessioni di «schernire o disprezzare per motivi di religione»
                 l’altra parte e si riconosceva loro la libertà di aderire a una delle due con-




                    21  Per l’episodio si veda M. Gotor, Santi stravaganti. Agiografia, ordini religiosi e cen-
                 sura ecclesiastica in età moderna, Aracne, Roma, 2012, pp. 122-142 («1550: da Coira a
                 Como, l’annus horribilis dell’inquisitore Michele Ghislieri»).


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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