Page 54 - 1
P. 54
Gotor (saggi)_2 14/12/18 09:30 Pagina 466
466 Miguel Gotor
A Sondrio la convivenza interconfessionale venne regolamentata sin
nei minimi aspetti in base agli editti di tolleranza di Llenz: ad esempio,
se si trovava un defunto di cui non si conosceva la confessione, occor-
reva un processo e una sentenza del governatore per seppellirlo «more
chatolico» o «more evangelico». Inoltre, i riformati potevano utilizzare la
chiesa cattolica dei Santi Nabore e Felice e rimasero di uso comune le
campane, il cimitero o, per le famiglie che già ne disponessero, le tombe
all’interno della collegiata. In Valmalenco, a Chiesa come a Lanzada,
era condivisa l’unica chiesa esistente con accordi scritti che ne defini-
vano l’utilizzo; a Mossini, dove, eccetto quattro fuochi, tutti gli abitanti
erano passati alla riforma venne edificato un nuovo luogo di culto pro-
testante. La difficoltà di gestire questa convivenza interconfessionale
tra le due comunità religiose portò a costruire a Sondrio una seconda
chiesa e un altro cimitero a uso esclusivo dei riformati. Ciò avvenne a
Lanzada nel 1578 e tutte le famiglie, cattoliche o protestanti che fossero,
si suddivisero l’onere della costruzione, mentre a Valmalenco i costi
della nuova Chiesa riformata ricaddero soltanto sui cattolici per «liberar
25
[...] la chiesa di nostra quadra [...] dalli avversari nostri» .
L’arciprete di Sondrio considerava gli accordi di Ilanz un sopruso
inaccettabile: egli contestava le norme per cui i canonici della collegiata
erano stati «astretti» a versare un contributo annuo «al ministro lute-
rano quale sta in questa terra di Sondrio» e addirittura l’intera rendita
di uno dei quattro canonicati doveva garantire «la mercede [...] del pre-
dicante» della frazione di Mossini . Nel 1608 una lettera dei cattolici
26
di Sondrio agli agenti del Consiglio di Valle faceva notare che «da qual-
che tempo in qua vedono tentarsi molte novità contro la santa religione
cattolica romana et i professori d’essa» e se un cattolico passava tra i
protestanti non era «permesso alli pastori cattolici di fargli liberamente
la dovuta corretione» . Inoltre, Rusca ottenne, grazie al rigore della sua
27
azione, che il capitolo canonicale di Sondrio non fosse più obbligato a
pagare l’annuale corresponsione di trenta zecchini per il mantenimento
del ministro protestante. Infine, per rafforzare l’intervento ecclesiastico,
favorì l’introduzione nei Grigioni dei cappuccini.
Nella sua visita pastorale del 1614 il vescovo Archinto sottolineò con
qualche preoccupazione le novità emergenti a causa dell’attività di
25 Cfr. S. Masa, Fra curati cattolici e ministri riformati. Nicolò Rusca e il rinnovamento
tridentino in Valmalenco, Fondazione credito valtellinese, Sondrio, 2011, pp. 279-280
(richiesta al vescovo di Como di utilizzare i proventi delle elemosine per costruire la
Chiesa evangelica, 24 aprile 1609).
26 Lettera di Rusca e degli agenti della Chiesa cattolica di Sondrio a Federico Borro-
meo, Sondrio, 23 gennaio 1593, in S. Xeres, Dà la vita il Buon pastore (Gv, 10,11). Bio-
grafia di Nicolò Rusca (1563-1618) cit., p. 154.
27 Riportato Ivi, p. 82.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)