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con la Repubblica di Venezia, che istituì un «tribunale dei sospetti» per
punire quanti favorivano i rapporti con la Spagna e perciò erano con-
siderati dei traditori della patria.
La radicalizzazione di una parte del campo calvinista preparò le con-
dizioni politiche per individuare con facilità le motivazioni di carattere
religioso funzionali a determinare l’arresto di Rusca. L’arciprete si
oppose, contravvenendo ancora una volta agli accordi di Ilanz, alla fon-
dazione a Sondrio di un collegio interconfessionale calvinista-cattolico,
in cui avrebbero dovuto insegnare, secondo gli ideatori protestanti, cin-
que professori: tre di essi, oltre al rettore, sarebbero stati riformati e
due cattolici, quantunque la maggioranza degli abitanti della città
seguisse quest’ultima confessione. Il collegio, la cui istituzione venne
deliberata dalla dieta di Davos del 23 agosto 1617, avrebbe avuto
un’impronta umanista e sarebbe stato diretto da Ercole Selis, capo del
partito filo-veneto nelle Tre Leghe, con il dichiarato scopo di accogliervi
studenti di entrambe le confessioni religiose per favorire la loro inte-
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grazione e fare «un’opera salutare per la Chiesa e per lo Stato» . I rifor-
mati sostenevano che la scuola sarebbe dovuta servire esclusivamente
per insegnare la lingua «italica» e gli studi letterari, anche se il fitto car-
teggio intercorso con Ginevra confermò la loro volontà di approfittarne
per diffondere anche le idee riformate, forti del sostegno del re d’Inghil-
terra e di altri principi protestanti. Rusca vide in tale orientamento una
pericolosa e inaccettabile occasione di propaganda ereticale e, perciò,
si rifiutò di finanziare l’impresa con rendite ecclesiastiche, proibì ai
suoi fedeli di frequentarlo e chiese all’arcivescovo di Milano Federico
Borromeo le opportune risorse per istituire una scuola esclusivamente
cattolica.
In questo modo, però, egli si oppose alle leggi dello Stato in una
materia fondamentale come l’istruzione scolastica e divenne il bersaglio
principale del gruppo di Thusis capitanato da Alessio, che sarebbe
dovuto venire a insegnare proprio in quel collegio e che promosse
l’azione giudiziaria contro di lui. In quei mesi Rusca si mostrò consa-
pevole dei rischi che correva e chiese di avere un beneficio nella diocesi
di Como e di abbandonare Sondrio, come si evince da una lettera
inviata a Roma al segretario di Stato di Paolo V Scipione Borghese Caf-
farelli .
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L’arciprete di Sondrio, arrestato insieme con il fratello Bartolomeo
36 Cfr. la lettera delle Chiese evangeliche delle Tre Leghe alla Chiesa di Ginevra,
Davos, 28 agosto 1617, riportata da S. Xeres, Dà la vita il Buon pastore (Gv, 10,11). Bio-
grafia di Nicolò Rusca (1563-1618) cit., p. 90 nota 7.
37 Si veda la missiva di Scipione Borghese Caffarelli a Nicolò Rusca, Roma, 23 dicem-
bre 1617, Ivi, pp. 219-220.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)