Page 62 - 1
P. 62
Gotor (saggi)_2 14/12/18 09:30 Pagina 474
474 Miguel Gotor
allo Stato della Chiesa. Obiettivi che ben presto si mostrarono evane-
scenti a causa di una doppia moderazione esercitata sul crinale della
ragion di Stato: da parte del re di Spagna Filippo IV, ma anche di papa
Paolo V interessato a salvaguardare «la pace et unione tra Principi cat-
tolici, massime in Italia» e, dunque, desideroso che i valtellinesi, invece
50
di infiammarsi, trovassero «i modi di poter facilitare la concordia» .
Questo nuovo clima portò, già nel 1621, alla stipulazione del trattato
di Madrid in cui il re di Spagna si impegnò a restituire la Valtellina ai
Grigioni, a condizione che questi perdonassero i rivoltosi cattolici e abo-
lissero i decreti di Davos del 1617. L’osservanza di queste clausole da
parte delle Tre Leghe doveva essere garantita dalla Francia e dai Can-
toni svizzeri, un accordo che il fronte intransigente cattolico locale con-
siderò, secondo le parole del nuovo arciprete di Sondrio Giovanni
Antonio Paravicini, il principale sostenitore del culto in onore di Rusca,
«il più miserabile e quanto alla fede e quanto alla politica» che si
51
sarebbe potuto stipulare .
Proprio l’arciprete Paravicini si recò nel 1621 a Roma per chiedere
al cardinale nipote del nuovo papa Gregorio XV «l’assicurazione d’una
sol Religione senza mistione d’heretici», ricevendo un’indicativa rispo-
sta che ben chiariva il diverso orientamento della Santa Sede: «Io
dovrò avere due occhi uno alla religione, l’altro alla pace. Non sapete
che dalla guerra nasce l’heresia?» e, perciò, bisognava evitare nuovi
52
conflitti . Questa tendenza realistica richiedeva una minore autono-
mia diocesana e una maggiore obbedienza a Roma, ma anche una
diversa disciplina devozionale, che rischiava però di confliggere con
il precetto evangelico per cui «bisogna obbedire a Dio piuttosto che
agli uomini» (At 5, 29). Una parola d’ordine che, in quegli anni, infer-
vorava il cuore e le menti dei seguaci di Rusca in Valtellina e di
uomini come Paravicini, i quali avrebbero volentieri lasciato il campo
libero a nuove guerre di religione in nome dell’obbedienza alla
suprema e infallibile volontà divina.
Per questa ragione la Santa Sede bloccò sul nascere il culto di
Rusca, martirizzato alla vigilia del «Sacro macello», rifiutandosi così di
trasformarlo in un modello di fede e di comportamento nell’immedia-
50 Cito da G. Signorotto, «Lo Stato di Milano e la Valtellina», in A. Borromeo (a cura
di), La Valtellina crocevia dell’Europa. Politica e religione nell’età della guerra dei Trent’anni
cit., pp. 111-139: 127.
51 Riportato da G.A. Paravicini, La pieve di Sondrio cit., pp. 32-33.
52 Sui rapporti tra la Santa Sede e i territori elvetici di «mescolanza confessionale»
come la Valtellina cfr. B. Forclaz, Frontières confessionnelles et politiques: la papauté et
le Corps helvétique au XVIIe siècle, in M.A. Visceglia (a cura di), Papato cit., pp. 242-243.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)