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                 soluzione dei conflitti; poi, dopo una nuova stagione di guerre, che si
                 sarebbe conclusa soltanto nel 1648 con la pace di Westfalia e con l’in-
                 clusione anche dei calvinisti nel patto continentale tra Stato e Chiese
                 cristiane, seguì un lento e progressivo disgelo che guardava a un oriz-
                 zonte così lontano da sembrare allora irraggiungibile, quello dell’Eu-
                 ropa pluriconfessionale e multietnica di oggi.
                    Nondimeno, il tempo dell’attesa, i quasi quattro secoli trascorsi dalla
                 morte di Rusca al riconoscimento ufficiale del suo culto come beato
                 non è stato inutile perché la sua figura di martire dei calvinisti intanto
                 è stata trasformata dalla Chiesa cattolica nel simbolo di un rinnovato
                 spirito ecumenico di fratellanza interconfessionale. Prova ne sia che
                 nel 2013 ad assistere a Sondrio al solenne rito della sua beatificazione
                 era presente in prima fila una delegazione di protestanti. In questo
                 modo anche i riformati si sono resi protagonisti di un gesto di riconci-
                 liazione e di perdono in grado di indicare ai cittadini europei la strada
                 che sarebbe loro consigliabile seguire, per evitare di ritornare indietro,
                 inseguendo le orme di un passato che li attende – come ogni passato
                 che si rispetti – con il volto di una seducente novità priva di memoria
                 e senza storia.








































                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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