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Civale (saggi)_3  14/12/18  09:31  Pagina 477










                   Gianclaudio Civale

                   L’EROE BANDITO. RIBELLIONE, INFAMIA E RELIGIONE
                   NELLE ALPI VALDESI DEL ’600*

                                                              DOI 10.19229/1828-230X/4432018


                   SOMMARIO: Le Grand Barbe è un rarissimo opuscolo apparso nelle Valli valdesi nel 1666. All’in-
                   terno della ricca letteratura politica valdese costituisce la sola testimonianza di irriconciliabile
                   dissenso sorto in seno a una comunità, che proprio dalla singolare coesione aveva tratto le forze
                   per assicurarsi la sopravvivenza e far fronte alle periodiche minacce. La formulazione di un’ipo-
                   tesi plausibile sull’autore del pamphlet è occasione per comprendere i meccanismi che portarono
                   all’affermazione di una figura carismatica come quella dell’eroe bandito Gianavello, nella quale,
                   malgrado la traumaticità di talune scelte, i valdesi delle Valli sono tuttora inclini a riconoscere il
                   modello dei propri più radicati valori. L’indagine, nondimeno, intende costruire un percorso di
                   riflessione intorno all’assetto politico-religioso che i valdesi si erano dati, nel tentativo di valutare
                   quanto questo microcosmo alpino nel secolo XVII fosse partecipe delle dinamiche che percorre-
                   vano il mondo riformato.
                   PAROLE CHIAVE: Valdesi, Calvinismo, Gianavello, Banditismo sociale.


                   THE BANDIT HERO. REBELLION, INFAMY AND RELIGION IN WALDENSIAN ALPS DURING
                   XVII CENTURY
                   ABSTRACT: The Grand Barbe is a rare pamphlet appeared in 1666 in Waldesian Valleys. Within
                   the waldesian political literature it constitutes the only evidence of an irreconcilable dissent arose
                   inside a community, that exactly from her cohesion had drawn the strengths to ensure survival
                   and face the periodic threats. The formulation of a plausible hypothesis on the pamphlet’s author
                   gives the opportunity to understand the affirmation of a charismatic figure like Gianavello, the
                   bandit hero in whom, despite some traumatic choices, still today Waldensians recognize their
                   core values. Thus, the essay intends to build a path of reflection around the Waldesians political
                   and religious asset, trying to evaluate how this alpine microcosm, with its obvious peculiarity,
                   was involved in the common dynamics of the Reformed world during XVII century.

                   KEYWORDS: Waldensians, Calvinism, Gianavello, Social Banditism.


                      La mattina della domenica 13 maggio 1662, il bandito Giosuè Gia-
                   navello giunse a Villar, il borgo che, sorgendo su un contrafforte lungo
                   l’alveo  del  torrente  Pellice,  dominava  la  media  Val  Luserna,  la  più
                   accessibile delle tre valli che, con le contigue Val Perosa e San Martino,
                   costituivano la patria ancestrale dei valdesi, gli eretici divenuti testi-
                   moni di una Riforma protestante che in Italia era stata respinta, per-
                   seguitata  e  annientata  ovunque  a  eccezione  di  quell’ultimo  ridotto




                      * Abbreviazioni utilizzate: Archivio di Stato di Torino = Ast; Biblioteca Reale di
                   Torino = Brt; Bollettino della Società di Studi Valdesi = Bssv; Bulletin de la Société
                   d’Histoire Vaudoise = Bshv.


                   n.44                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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