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L’eroe bandito. Ribellione, infamia e religione nelle Alpi Valdesi del ’600 485
confessionale” interna una questione diplomatica di scala continentale,
la cui soluzione richiedeva la negoziazione tra i due Stati vicini e legit-
timava l’intervento terzo delle potenze riformate.
Le Patenti di Grazia che nell’agosto del 1655 segnarono un accordo
furono, in effetti, raggiunte soprattutto grazie all’intervento di Cromwell
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e alla mediazione svizzera . La pace vide Gianavello amnistiato ma,
come altri combattenti, deluso dal mantenimento dell’obbligo di
lasciare le terre contese. Prese così avvio il periodo maggiormente con-
troverso della sua vita, sul quale insiste Le Grand Barbe, con la scelta
di continuare un’aspra guerriglia fatta di agguati, rapine e vendette e,
infine, la disfatta, nel 1664, in un nuovo conflitto in cui riprese la guida
dei valdesi in rivolta. Inseguito dalla taglia del duca, come si è detto,
dovette infine riparare a Ginevra, dove fino alla morte continuò ad ani-
mare i propri valligiani alla lotta.
Benché il suo nome non risulti familiare al di fuori di quella piccola
area del Piemonte dove tuttora vivono gran parte dei valdesi, l’epopea
di Gianavello, nell’ultimo secolo e mezzo, è stata fonte di ispirazione
per saghe popolari, affreschi storici, opere di narrazione, drammi tea-
trali, canzoni e anche fumetti. Nelle Valli, soprattutto a cavallo tra i
secoli XIX e XX e, poi, tra le guerre mondiali, gli sono state intitolate
strade e piazze, e le contrade che sono state teatro delle sue gesta, dive-
nendo altrettanti “luoghi della memoria”, riecheggiano ancora del suo
nome. Il recente quarto centenario dalla nascita ha confermato la vita-
lità di questo mito con l’uscita di un romanzo, che sembra aver riscosso
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un discreto successo , e la fondazione di un’apposita associazione che
ha curato un calendario di eventi assai denso .
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Ricerche condotte da Bruna Peyrot, hanno comprovato come, tut-
t’oggi, in un contesto culturale contraddistinto dalla crescente secola-
rizzazione della società valdese, nella memoria collettiva Gianavello sia
il personaggio più conosciuto della propria tradizione storica, colui in
cui è più facile riconoscere «lo spirito popolare», una sorta di icona dalle
palesi caratterizzazioni identitarie, che continua a ritornare nelle can-
zoni, nei racconti, nelle manifestazioni folkloriche e nelle guide turisti-
che. Giosuè Gianavello, dunque, sembra essere comunemente avvertito
come la più genuina incarnazione delle qualità di modestia, generosità
16 Il testo delle Patenti in Raccolta degli editti cit., pp. 99-103. Sull’intervento inter-
nazionale a favore dei valdesi e i negoziati di pace, cfr. almeno E. Balmas, Introduzione
in cit., in particolare pp. 44-81.
17 B. Peyrot, M. Gnone, Gianavello bandito valdese, Claudiana, Torino, 2017.
18 L’associazione “Janavel 2017” ha, tra l’altro, curato anche un sito ricco di contenuti
e materiali che si sono rivelati estremamente utili anche per questa stessa ricerca. Cfr.
http://janavel2017.altervista.org, consultato il 28/05/2018.
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)