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Civale (saggi)_3  14/12/18  09:31  Pagina 486






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                 e fermezza espresse dai valdesi nella loro lunga «parabola di resistenza
                                                                19
                 all’oppressione e lotta per la libertà di coscienza» .
                    Un “bandito sociale” hobsbawmiano si sarebbe tentati di definirlo
                 quasi istintivamente, se non fosse che lo stesso creatore di questo
                 archetipo storico, dinnanzi ai fondati rilievi che gli erano mossi, abbia
                 dovuto ammettere che, in buona sostanza, non sono le imprese a defi-
                 nire il “bandito sociale”, bensì la sua tradizione, la trasposizione dei
                 significati nella graduale costruzione di una memoria collettiva . Si è
                                                                              20
                 arrivati così a definire un comune “Robin Hood Principle”, una sorta
                 di paradigma che consente, nel suo consolidarsi, la pressoché totale
                 cancellazione del ricordo di qualsiasi gesto possa contraddire l’imma-
                                           21
                 gine idealizzata del bandito .
                    La sorte toccata a Gianavello sembra aderire a questo schema. Come
                 quella di molti altri, la sua leggenda è legata a un potente sentimento
                 di identità religiosa e comunitaria e la sua storia è familiare a chi ap-
                 partiene al suo stesso gruppo; essa è emersa allorquando i caratteri
                 peculiari, il senso di appartenenza e l’esistenza stessa di tale comunità
                 si trovavano in pericolo, oltraggiati, vilipesi. La scelta di ribellarsi è sof-
                 ferta conseguenza di un’ingiustizia subita dall’eroe, dotato di peculiari
                 qualità di coraggio, oltre che spesso di qualche abilità fuori dal comune,
                 soprattutto nel maneggio di un’arma caratteristica come, appunto, la
                 colubrina, di cui Gianavello sembra fosse esperto. La sua lotta nei con-
                 fronti delle autorità è dunque investita di speciale rappresentatività da
                 parte del proprio gruppo, che non solo non vi riconosce azioni criminali
                 o immorali ma, al contrario, vi ravvede rettitudine, esigenza di giustizia
                 e  protezione  dei  più  deboli.  Sebbene  contro  ogni  previsione  l’eroe  si
                 riveli inizialmente vincente, alla fine è condannato alla sconfitta, sovente
                 per effetto del tradimento dei suoi, incapaci di resistere alla superiorità
                 e  alla  brutalità  dell’avversario.  La  sua  morte,  che  può  essere  anche
                 solo simbolica e realizzarsi nella fuga e nell’esilio, assume immediata-
                 mente valore emblematico e gli permette di continuare a svolgere un
                 magistero morale ben oltre la scomparsa dalla scena reale, mediante
                 l’innestarsi di un processo mitizzante che, depurando il racconto della




                    19  Cfr. B. Peyrot Giosué Gianavello. Il leone di Rorà, Claudiana, Torino, 2001, pp. 50-54.
                    20  Per un quadro del dibattito sollevato dalla pubblicazione dei lavori di Hobsbawm,
                 si veda almeno R. W Slatta, Eric J. Hobsbawm’s Social Bandit: A Critique and Revision,
                 «A Contracorriente. A Journal on Social History and Literature in Latin America», 1,
                 2004, pp. 22–30. Per le reazioni che la proposta interpretativa dello storico inglese ha
                 sollevato in Italia, si vedano gli interventi riuniti in G. Ortalli, Bande armate, banditi,
                 banditismo e repressione di giustizia negli stati europei di antico regime. Atti del Convegno,
                 Venezia, 3-5 novembre 1985, Jouvence, Roma, 1986.
                    21  Cfr. G. Seal, The Robin Hood Principle: Folklore, History and the Social Bandit,
                 «Journal of Folklore Research», 46, 2009, pp. 67-89.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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