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Civale (saggi)_3  14/12/18  09:31  Pagina 495






                   L’eroe bandito. Ribellione, infamia e religione nelle Alpi Valdesi del ’600  495


                      Se si può havere licencia di pigliar o amassar Giosuè che si trova al Villar
                   della Perosa, quelli che hanno ammassato Gioan Grasso hanno volontà di fare
                   anco questa […] e starò pronto a tutti i benigni comandi che li compiacerà
                   V.A.R.  honorarmi  perché  credo  che  Giosuè  non  tornarà  più  nella  valle  di
                                                                                     46
                   Luserna, havendo per la vicinanza ocasione di negociar tutto quel che vole .
                      La frontiera francese poteva ancora continuare a offrire un flebile
                   riparo, ma i comandi sul campo piemontesi ormai mostravano di aver
                   appreso la lezione che anni di guerra asimmetrica condotta dai “ban-
                   diti” valdesi aveva loro duramente impartito. Laddove i pesanti movi-
                   menti di truppe erano spesso unicamente efficaci a catturare donne,
                   vecchi e bambini e di frequente si prestavano a essere bersaglio delle
                   più agili e flessibili formazioni di insorti, l’adozione di tattiche che
                   potrebbero essere definite di controguerriglia, affidate a soldati irrego-
                   lari e a veri e propri sicari prezzolati, poteva rivelarsi assai più effettiva
                   e minare la fiducia e la sicurezza di coloro che, ricorrendo ad agguati
                   e attacchi a sorpresa, pure erano a lungo sfuggiti alla persecuzione di
                   un avversario più forte e numeroso.
                      L’interessante epistolario del marchese Manfredi di Luserna termina
                   con quest’ultima informazione su Gianavello. Questi, è risaputo, riuscì
                   a sottrarsi alla caccia degli sgherri lanciati sulle sue tracce e riparare
                   di nuovo a Ginevra. Sebbene la leggenda voglia che, in barba a ogni
                   autorità, avrebbe in seguito visitato più volte la terra natia, il tentativo
                   di riattizzare il fuoco della rivolta era fallito, ostacolato dall’occhiuta e
                   reattiva vigilanza sabauda e dalla probabile stanchezza delle popola-
                   zioni valligiane, infine sorpassato dall’intervento del re di Francia, che
                   riuscì almeno temporaneamente a rasserenare animi provati da anni
                   di distruzione e morte.



                   3. Una storia alternativa
                      La presenza di Gianavello nelle Valli, sebbene non in territorio pie-
                   montese, si configura come una circostanza di somma importanza per
                   la  comprensione  dei  motivi  che  consigliarono  la  pubblicazione  di
                   un’operetta così peculiare nel panorama culturale valdese quale Le
                   Grand Barbe. La medesima constatazione che la copia custodita presso
                   la Biblioteca Reale di Torino costituisca apparentemente l’unico esem-
                   plare originale rimasto sembra suggerire che la stampa del pamphlet





                      46  Le vittime di questi omicidi furono Giacomo Paravino e Giovanni Grasso. Ivi, Lettera
                   del 17 aprile 1666.


                   n.44                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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