Page 87 - 1
P. 87
Civale (saggi)_3 14/12/18 09:31 Pagina 499
L’eroe bandito. Ribellione, infamia e religione nelle Alpi Valdesi del ’600 499
cui corrispondeva la trattazione di altrettanti argomenti. A un prologo
di carattere introduttivo faceva seguito l’avvio vero e proprio della nar-
razione con un Gianavello che, con le Patenti di Grazia del 1655, era
costretto a ritornare alla vita dei campi, carico, come molti altri com-
battenti, di amarezza per i risultati di una guerra vinta sul campo ma
53
persa ai negoziati di pace . L’accordo che era stato raggiunto, tra le
altre condizioni, stabiliva la vendita o l’alienazione al Patrimonio ducale
delle proprietà che i valdesi detenevano a valle del fiume Pellice. Piut-
tosto di lasciare il podere sulla quale sorgeva la sua stessa casa alle
Vigne, Giosuè era disposto a riprendere le armi; ancora dotato di una
certa autorevolezza, riusciva a riunire un drappello di veterani, che ne
condividevano l’opinione e cercavano di imporla ad altri, più tiepidi e
54
disposti a svendere i loro appezzamenti . Ben presto, però, per far
rispettare tali ingiunzioni, si dovette passare alle vie di fatto: a farne le
spese furono gli eredi di un Michel Bastie, che si videro tutte le viti del
loro campo estirpate, e l’acquirente cattolico di un terreno a Luser-
netta, che ne ebbe i castagni distrutti e la casa messa a sacco .
55
Tali imprese iniziali non sembravano sorpassare le modalità tradi-
zionali in cui sovente si esprimevano le rivalità di vicinato ma, effetti-
vamente, poterono essere l’occasione di coagulo di un primo nucleo
d’insorti. Il racconto di questi episodi non trova riscontri nei documenti
dell’epoca ma, di certo, si riferisce a delle dinamiche di vendetta pri-
vata, ben attestate anche nelle Valli . Si tratta di tensioni assai diffuse,
56
che si intrersecano, costituendone sovente gli elementi fondanti, con il
fenomeno banditesco, tanto più in regioni impervie come quelle alpine,
57
dove le autorità politiche trovavano maggiore ostacolo a imporsi . Nel
caso valdese, tuttavia, tali sviluppi erano esacerbati dalla divisione reli-
53 «Ianavel donc ayant trouvé a cette guerre des avantages beaucoup plus considera-
bles, et plus faciles a s’acquerir, que ceux qu’un petit domaine et certain trafique de Miel
et de Cire, a la qualle il s’occupoit au paravant, luy pouvoit rendre, fut l’un des plus
mecontents de ce repos. C’est pourquoy a l’aide de quelques siens adherans il chercha
tous moyens d’attirer de nouveau la guerre dans les Vallées.». Ivi, § 1, p. 4.
54 «Ianavel […] avec des horribles mesnaces intimida les proprietaires et leur deffendit
ou deffendre sur grosses peines d’aliener leurs Domaines au Patrimonial ny a tout autre».
Ivi § 2, pp. 4.
55 Ivi, § 3-4, pp. 5-6.
56 Su questo punto, si veda l’analisi realizzata da M. Laurenti I confini della comunità
cit., pp. 236-242.
57 Sull’intreccio tra faida e banditismo ancora valide sono le osservazioni di O. Raggio,
Parentele, fazioni e banditi: la val Fontanabuona tra Cinque e Seicento, in G. Ortalli, Bande
armate, banditi cit., pp. 233-275; Id., Faide e parentele. Lo stato genovese visto dalla Fon-
tanabuona, Einaudi, Torino, 1990, in particolare, pp. 194-226. Per l’arco alpino, sebbene
in un quadro analitico non sempre adeguatamente sviluppato, le conclusioni dello stu-
dioso ligure sembrano essere confermate dalla galleria di ritratti banditeschi presentati
in L. Giarelli (a cura di), Banditi e fuorilegge nelle Alpi cit.
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)