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Civale (saggi)_3 14/12/18 09:31 Pagina 504
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durée», basato su un accordo reciproco, che garantiva al sovrano «tout
l’honneur et l’obeissance» che gli erano dovute e ai riformati «toute
asseurance et tranquilité». Aveva dovuto però assistere all’ascesa di
chi, in primis Gianavello, «n’agreans point un tel repos», aveva preso a
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minare la raggiunta concordia e a cercare «tout moyen de rompre» .
Aveva, dunque, dovuto soccombere al trionfo di coloro che erano riu-
sciti a riportare la guerra nelle Valli ma, come già è stato osservato,
giunti suo malgrado a un nuovo scontro, nonostante la profonda avver-
sione nei confronti dei banditi e del loro capo, non aveva potuto fare
altro che schierarsi colla propria gente, gioendo delle vittorie e pian-
gendo le loro perdite. Non era, dunque, un “collaborazionista”, sebbene
riconoscesse il duca di Savoia come «legittime Prince» e avesse nei suoi
confronti soltanto parole di riguardo. Di certo, aveva condiviso le criti-
che sulla gestione delle collette internazionali e l’opinione che buona
porzione di quelle somme, frutto della solidarietà dei riformati europei,
non erano state ridistribuite tra i valdesi che avevano sofferto la guerra
del 1655, ma erano rifluiti in fondi personali per arricchire il modera-
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tore delle chiese delle Valli e lo stesso Gianavello . Questa denuncia,
mossa per la prima volta dall’ex gesuita Longueuil e dai suoi sodali,
era costata loro non solo la più aspra condanna da parte della chiesa
riformata, ma spesso la stessa vita. Della persecuzione che colpì i «lon-
guellistes», l’anonimo offriva testimonianza e soprattutto recava il desi-
derio di redimerne il nome, tanto più bruciante quanto forte era stata
l’eco della loro riprovazione nei sinodi francesi amplificata dalla cam-
pagna di stampa che Léger, per difendersi dalle infamanti accuse di
peculato e malversazione, aveva lanciato dal suo rifugio olandese.
Gli scritti di quest’ultimo costituiscono la fonte più cospicua e utile
per conoscere gli argomenti, le iniziative e la fisionomia di questo
gruppo. Di recente sono stati utilizzati, assieme a un’ampia ed etero-
genea documentazione, da Martino Laurenti per realizzare un’attenta
disamina delle dinamiche politiche interne alle Valli nel secolo XVII.
Le conclusioni cui è giunto sono di estremo interesse, sebbene non del
tutto condivisibili e meritano una discussione. Sembra, infatti, inesatto
definire “regime dei concistori” l’assetto politico nei fondamentali anni
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tra le Pasque e la “guerra dei banditi” . All’interno delle Valli, la strut-
71 Le Grand Barbe cit., p. 3.
72 Sulla raccolta e la gestione delle elemosine inglesi, cfr. G. Vola, Cromwell e i Valdesi.
Una vicenda non del tutto chiarita, Bssv, 149, 1981, pp. 11-37; Id., L’opinione pubblica
inglese e le «Pasque Piemontesi». Nuovi documenti, Bssv, 150, 1981, pp. 3-26; Id., Mais
où sont les neiges d’antan: la colletta inglese del 1655 per i valdesi, Bssv, 155, 1984, pp.
3-20; 157, 1985, pp. 3-29.
73 Cfr. M. Laurenti, I confini della comunità cit., in particolare pp. 271-282 e 347-348.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)