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L’eroe bandito. Ribellione, infamia e religione nelle Alpi Valdesi del ’600 507
comunitaria attraverso la collaborazione dei sindaci e dei ministri che,
in quanto interpreti della volontà del «peuple», si segnalarono come i
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principali attori di ogni iniziativa politica .
L’assemblea sinodale poté in pratica tramutarsi in ente politico uni-
tario, capace di prendere decisioni esecutive che si rivelarono estrema-
mente efficaci. Se è indubbio che la compresenza di ministri e delegati
civili in un medesimo organo di governo delle Valli favorì quella coe-
sione, compendiata da Augusto Armand Hugon nell’espressione ormai
classica di peuple-église , celebrata anche nel giuramento del Chabas
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del 1663; d’altro canto, a causa della natura comunque religiosa del-
l’istituto, questa sistemazione era portata a privilegiare il corpo pasto-
rale, cui naturalmente era riconosciuta maggiore autorevolezza, e
occasionalmente a consentire l’affermazione di una leadership cari-
smatica, basata sulla sapienza scritturale o l’esemplarità delle doti,
pregiudizialmente contraria a qualsiasi compromesso avvertito come
un inaccettabile cedimento della fede.
Il dovere di non accondiscendere a intimidazioni o accomodamenti
era stato richiamato con maggiore risolutezza soprattutto dopo il
1630, quando le morti procurate dalla peste portarono all’avvicen-
damento quasi totale del corpo pastorale valdese con una nuova
generazione di ministri provenienti, a onta degli ordini ducali, dalla
Francia oppure formatisi solidamente all’estero. Questo gruppo, i cui
personaggi più rappresentativi furono proprio i due moderatori
Antoine e Jean Léger, dinnanzi all’accresciuta aggressività dei catto-
lici, si incaricò non solo di rafforzare i legami con il fronte protestante
impegnato nella guerra dei Trent’anni ma di proiettare quella dimen-
sione di inderogabile antagonismo all’interno del ristretto mondo
delle Valli .
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Pare, dunque, chiaro come il fulcro del “regime” politico valdese
possa essere individuato in quei sinodi dove emergeva una manifesta-
zione politico-religiosa unitaria e trovavano ambito di espressione i
77 Su questi aspetti, si vedano le acute riflessioni di S. Peyronel, «Morire piuttosto che
obbedire cit..
78 La categoria di peuple-église, introdotta negli anni ’50 del secolo XX, può risultare
per molti aspetti vetusta, ormai sorpassata da più moderne riflessioni. Ciò malgrado, si
ritiene che possa ancora risultare utile se impiegata in un’accezione più limitata, che
prescinda da qualsiasi rivendicazione confessionale e insista esclusivamente sul con-
corso tra elemento ecclesiastico e civile nell’erigere un peculiare sistema religioso e poli-
tico. Sul più attuale dibattito storiografico intorno all’identità valdese tra Medioevo ed
Età Moderna, si vedano gli interventi raccolti in S. Peyronel (a cura di), Identità valdesi
tra passato e presente, numero monografico di Bssv, 219, 2016.
79 La peste uccise ben 13 dei 15 ministri delle Valli. Sul ruolo di Antoine Léger nel
rinsaldare i vincoli tra i valdesi e i riformati europei insiste A. de Lange, Antoine Léger
(1596-1661), un «internazionalista» calvinista del Seicento, Bssv, 181, 1997, pp. 203-232.
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)