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L’eroe bandito. Ribellione, infamia e religione nelle Alpi Valdesi del ’600 509
può esser documentata al Villar, il paese dove l’officio pastorale era
detenuto dal ministro Bech, del quale già son state segnalate le posi-
zioni, e la comunità si spaccò tra fautori della resistenza a oltranza
e suoi critici. È a questa località che si deve guardare se si vuol ten-
tare di individuare l’ambiente in cui maturò la stesura de Le Grand
Barbe e plausibilmente visse il suo anonimo autore. Del Villar erano
infatti abitanti non solo Longueuil, che vi aveva esercitato da maestro
di scuola, Jean Vertu e David Garnier, cioè coloro che presentarono
la denuncia sull’amministrazione delle elemosine dinnanzi ai sinodi
del Delfinato e in Francia, ma anche il medico Michele Bertram detto
“Villanova”, il notaio Jacopo Brezzi e la maggior parte degli altri tren-
taquattro sottoscrittori di una interessante supplica indirizzata nel-
l’ottobre 1660 al duca di Savoia. Vi si lamentava che i danari raccolti
erano
pervenuti alle mani di qualche persone maneggiatori di queste Valli per la
loro distributione, li quali in luogo di eseguirla per meriti di coloro che le hanno
donate, parte ne hanno distribuite e la maggior parte appresso di loro ritenute
et appropriate. Et essendo tali persone distributori stati richiesti a un conto
ragionevole […], vengono minacciati quelli che per tali poveri fanno le parti,
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nella vita, anzi inquisiti falzamente d’impostura .
L’appello manifestava l’esasperazione di chi, esaurite le vie d’appello
ecclesiastiche, era costretto a rivolgersi all’autorità secolare, e cattolica,
alla ricerca di ascolto e protezione. La denuncia, assieme ad altri capi
d’imputazione, portarono al processo e alla fuga del Léger nel 1661 ;
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questi, tuttavia, dal proprio esilio poté replicare nella forma più aspra,
accusando a sua volta i promotori dell’iniziativa di non essere altro che
provocatori al soldo dell’allora governatore delle Valli, il famigerato
marchese di Pianezza, al quale si erano venduti «all’esempio di Giuda»:
dei vili traditori, dunque, «non già procuratori ma destruttori de’ poveri
e della pubblica quiete», suoi nemici capitali come Vertu, Garnier e Vil-
lanova. Soprattutto quest’ultimo era fatto oggetto degli strali del mini-
stro, che lo definiva un «falsomonetario» che sobillava «per fuggire la
disciplina ecclesiastica» ed era autore «delli libelli diffamatori contra li
Direttori delle Valli, che furtivamente et con falsi dati a intendere,
facendo sottoscrivere a persone idiote et etiandio ripieni di moltissime
false firme». In quanto «principale inventore et promotore di tali inven-
82 Il testo della supplica con i nomi dei sottoscrittori è pubblicato sia in Conferences
cit., pp. 107-108, sia in Raccolta degl’editti cit., pp. 107-108
83 Per un’analisi del processo, si veda M. Laurenti, I confini della comunità cit., pp.
361-364.
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)