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                    Al contrario, anche per la metà del secolo XVII tutte le testimonianze
                 sono pressoché unanimi nell’indicare non nei concistori, bensì nelle
                 assemblee sinodali il luogo dove veniva elaborata la linea politica e
                 nei ministri i principali animatori della resistenza. I sinodi valdesi,
                 equivalenti ai colloques francesi, prendevano provvedimenti non solo
                 di natura religiosa e disciplinare, ma anche amministrativa e militare;
                 riunivano i pastori e i delegati inviati da entrambi i versanti della fron-
                 tiera  ed  erano  presieduti  da  un  “moderatore”  che  ne  guidava  le
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                 discussioni . Questi era per definizione il ministro di maggior auto-
                 revolezza: quasi sempre proveniente da una delle località più popolose
                 e importanti quali Angrogna, Torre o San Giovanni, era incaricato di
                 elaborare la linea comune assunta dalla maggioranza e di assumere
                 il  ruolo  di  suprema  rappresentanza  dei  valdesi  nelle  periodiche
                 dispute con i missionari cattolici così come nei contatti con gli attori
                 riformati internazionali.
                    Forti di quest’ organizzazione, le comunità valdesi poterono dare
                 prova di grande compattezza, agendo di concerto e riuscendo ad addi-
                 venire quasi sempre a risoluzioni presentate come opinione dell’insieme
                 della popolazione di fede riformata. Mediante queste posizioni si palesò
                 un’ideale di respublica in cui la sovranità era compartita tra il sovrano
                 e, attraverso i magistrati inferiori, il popolo, depositario di una verità
                 evangelica da contrapporre a un’autorità monarchica, pur sempre legit-
                 tima, che tuttavia era sovente avvertita come tirannica. Tale concezione
                 costituiva evidentemente un’elaborazione della dottrina costituzionale
                 calviniana sul dovere cristiano dei magistrati e, come nelle province
                 unite del Midi francese, giustificò il consolidamento della struttura



                    76  Il sinodo delle Valli si riuniva pressappoco ogni anno, anche più di una volta in
                 periodi particolarmente critici. A partire dal 1595, le località della Val Pragelato, stabil-
                 mente francesi dopo il 1559, costituirono un proprio colloque integrato all’interno della
                 provincia del Delfinato; ciò malgrado, le comunità maggiormente a ridosso della frontiera
                 continuarono a prender parte alle assemblee delle Valli, che, comunque, accolse rego-
                 larmente i delegati delle chiese della media Val Perosa anche nei periodi in cui ricaddero
                 sotto la giurisdizione del re di Francia. Durante la crisi del 1655, fu avanzata la proposta
                 da parte dei valdesi di aderire ufficialmente al sinodo provinciale delfinatese; il progetto
                 non venne portato a termini e il sinodo valdese rimase formalmente autocefalo, sebbene
                 i vincoli con gli organismi ecclesiastici ugonotti divennero ancora più forti e strutturali.
                 Sull’organizzazione della Chiesa valdese, si veda Y. Krumenacker, Les Églises réformées
                 entre Savoie et France (XVIe-XVIIIe siècles), in M. Ortolani, C. Sorrel et O. Vernier (edité
                 par), États de Savoie, Églises et institutions religieuses des Réformes au Risorgimento.
                 Actes du colloque international de Lyon, 17-19 octobre 2013, Serre Editeur, Nice, 2017,
                 pp. 171-184. Fondamentale è poi l’ampio, e talvolta piuttosto confuso, lavoro di edizione
                 degli atti dei sinodi realizzata da Jean Jalla, già utilizzato in questo saggio. Sulla strut-
                 tura ecclesiastica ugonotta e sul suo ambito di azione, in una bibliografia molto vasta,
                 si vedano almeno J. Garrisson-Estebe, Protestants du Midi. 1559-1598, Privat, Toulouse,
                 1980; H. Daussy, Le parti Huguenot cit., passim.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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