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116 Valentina Favarò
interventi strutturali furono attuati soltanto dopo il passaggio del
Regno sotto la dominazione dei Savoia; negli anni di Filippo V si agì,
invece, in modo parziale e senza la guida di una precisa progettualità.
Nella pratica, pertanto, si procedette esclusivamente a rafforzare le
piazze ritenute più esposte e attaccabili con maggiore facilità: Augusta,
che a causa dell’ampiezza del porto avrebbe potuto offrire alla flotta
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nemica un facile approdo ; Trapani; Palermo e, soprattutto, Messina,
anche in considerazione della sua vicinanza al Regno di Napoli, che
sarebbe di lì a breve caduto nelle mani dell’arciduca Carlo. In man-
canza di altri introiti, le risorse finanziarie da destinare alle fortifica-
zioni derivarono in gran parte dal donativo di duecentomila scudi
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votato nel Parlamento della primavera del 1707 .
Espedienti finanziari alternativi furono invece utilizzati per soste-
nere i costi delle riforme dell’esercito. Il primo problema affrontato fu
quello della carenza di fanti e cavalieri. In un secondo momento, si
mise mano alla loro distribuzione e organizzazione. Una relazione
redatta nel 1701 sulle condizioni dell’esercito di stanza nell’isola ,
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aveva messo in evidenza una annosa criticità: le compagnie del tercio
di fanteria, distribuite tra Palermo, Messina, Milazzo, Augusta, Sira-
cusa e Trapani, non solo erano composte da un numero insufficiente
di uomini (circa cinquemila), ma di questi solo tremila e cinquecento
erano effettivamente atti a imbracciare le armi; gli altri, secondo le
parole dell’ambasciatore straordinario di Francia, erano «pagas muer-
tas con el nombre de residentes diversos y sin obligacion de servir com-
prehendiendose todos estos de bajo del nombre de estropeado siendo
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lo mas de ellos muy capazes para llenar armas» .
Alla luce di queste considerazioni, l’ambasciatore sottopose al car-
dinal Portocarrero – braccio destro del sovrano e referente per la defi-
nizione della politica borbonica nelle diverse aree della Monarchia 38 –
34 Asp, Real Segreteria, Incartamenti, vol. 2465, n.n., Palermo 27 gennaio 1702.
35 I duecentomila scudi si destinarono al riparo delle fortificazioni del regno e al
«reparo y expensiones de la moneda» (Ahn, Estado, leg. 1847, n.n., Madrid, 9 giugno
1707).
36 Ahn, Estado, leg. 1884, n.n., Copia de traducion de memoria del embiado extraorde-
nario de Francia para el cardenal Portocarrero 29 agosto 1701. Nella relazione, inviata nel
gennaio del 1701, si specifica il numero dei fanti nelle singole piazzeforti: Palermo 1445;
Milazzo 115; Messina 969; Augusta 259; Siracusa 307; Trapani 228; Favignana 78.
37 Ibidem. In compenso, si sottolineava la presenza nel Regno di buoni marinai, «par-
ticularmente Mezina, Trapana, y la isla de Liparis por la mayor parte tienen mercedes
del rey, y podrian servir muy bien si se ofreciese el caso de haver una armada de mar».
38 Sul Cardinale Portocarrero, cfr. A. Rodríguez González, Los primados de Toledo,
1666-1709, Ediciones Parlamentarias de Castilla-La Mancha, Toledo, 2006; A.R. Peña
Izquierdo, La Casa de Palma. La Familia Portocarrero en el Gobierno de la Monarquía
Hispánica (1665-1700), Universidad de Córdoba, 2004.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)