Page 119 - mediterranea 45
P. 119

Favarò (saggi)_5  19/04/19  17:30  Pagina 116






                 116                                                    Valentina Favarò


                 interventi  strutturali  furono  attuati  soltanto  dopo  il  passaggio  del
                 Regno sotto la dominazione dei Savoia;  negli anni di Filippo V si agì,
                 invece, in modo parziale e senza la guida di una precisa progettualità.
                 Nella pratica, pertanto, si procedette esclusivamente a rafforzare le
                 piazze ritenute più esposte e attaccabili con maggiore facilità: Augusta,
                 che a causa dell’ampiezza del porto avrebbe potuto offrire alla flotta
                                          34
                 nemica un facile approdo ; Trapani; Palermo e, soprattutto, Messina,
                 anche in considerazione della sua vicinanza al Regno di Napoli, che
                 sarebbe di lì a breve caduto nelle mani dell’arciduca Carlo. In man-
                 canza di altri introiti, le risorse finanziarie da destinare alle fortifica-
                 zioni  derivarono  in  gran  parte  dal  donativo  di  duecentomila  scudi
                                                               35
                 votato nel Parlamento della primavera del 1707 .
                    Espedienti finanziari alternativi furono invece utilizzati per soste-
                 nere i costi delle riforme dell’esercito. Il primo problema affrontato fu
                 quello della carenza di fanti e cavalieri. In un secondo momento, si
                 mise  mano  alla  loro  distribuzione  e  organizzazione.  Una  relazione
                 redatta nel 1701 sulle condizioni dell’esercito di stanza nell’isola ,
                                                                                   36
                 aveva messo in evidenza una annosa criticità: le compagnie del tercio
                 di fanteria, distribuite tra Palermo, Messina, Milazzo, Augusta, Sira-
                 cusa e Trapani, non solo erano composte da un numero insufficiente
                 di uomini (circa cinquemila), ma di questi  solo tremila e cinquecento
                 erano effettivamente atti a imbracciare le armi; gli altri, secondo le
                 parole dell’ambasciatore straordinario di Francia, erano «pagas muer-
                 tas con el nombre de residentes diversos y sin obligacion de servir com-
                 prehendiendose todos estos de bajo del nombre de estropeado siendo
                                                               37
                 lo mas de ellos muy capazes para llenar armas» .
                    Alla luce di queste considerazioni, l’ambasciatore sottopose al car-
                 dinal Portocarrero – braccio destro del sovrano e referente per la defi-
                 nizione della politica borbonica nelle diverse aree della Monarchia 38  –




                    34  Asp, Real Segreteria, Incartamenti, vol. 2465, n.n., Palermo 27 gennaio 1702.
                    35  I duecentomila scudi si destinarono al riparo delle fortificazioni del regno e al
                 «reparo y expensiones de la moneda» (Ahn, Estado, leg. 1847, n.n., Madrid, 9 giugno
                 1707).
                    36  Ahn, Estado, leg. 1884, n.n., Copia de traducion de memoria del embiado extraorde-
                 nario de Francia para el cardenal Portocarrero 29 agosto 1701. Nella relazione, inviata nel
                 gennaio del 1701, si specifica il numero dei fanti nelle singole piazzeforti: Palermo 1445;
                 Milazzo 115; Messina 969; Augusta 259; Siracusa 307; Trapani 228; Favignana 78.
                    37  Ibidem. In compenso, si sottolineava la presenza nel Regno di buoni marinai, «par-
                 ticularmente Mezina, Trapana, y la isla de Liparis por la mayor parte tienen mercedes
                 del rey, y podrian servir muy bien si se ofreciese el caso de haver una armada de mar».
                    38  Sul Cardinale Portocarrero, cfr. A. Rodríguez González, Los primados de Toledo,
                 1666-1709, Ediciones Parlamentarias de Castilla-La Mancha, Toledo, 2006; A.R. Peña
                 Izquierdo, La Casa de Palma. La Familia Portocarrero en el Gobierno de la Monarquía
                 Hispánica (1665-1700), Universidad de Córdoba, 2004.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019      n.45
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   114   115   116   117   118   119   120   121   122   123   124