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Il caso di Camogli: prospettive per lo studio di una comunità marittima globale (1820-1890) 135
rica latina, coinvolti nel traffico delle uniche merci che garantivano
ancora noli profittevoli: guano, nitrati, riso e legnami.
È, dunque, evidente che la navigazione abbia costituito l’attività
marittima prevalente per il successo della comunità che, nel corso di
tutto il secolo, ha fornito il credito necessario ad allestire i bastimenti
(gli armatori), personale qualificato per il comando delle navi (capitani
e ufficiali di bordo) e un’impressionante (per le dimensioni locali) quan-
tità di manodopera non specializzata (marinai e mozzi). I protagonisti
del successo marittimo di Camogli, di conseguenza, costituiscono
anche gli oggetti di studio privilegiati per la ricostruzione della storia
della comunità, le sue dinamiche interne, le strutture e i rapporti di
interconnessione tra diverse realtà che si sono costruiti.
Se il lavoro marittimo e la costruzione di un sistema locale di repe-
rimento del credito marittimo rappresentano i due aspetti più signifi-
cativi per la storia della comunità, è naturale che le fonti maggiormente
ricercate e utilizzate rispecchino tale impostazione; entrambi gli aspetti
20
godono di notevole fortuna in altre realtà storiografiche nazionali , e
tale interesse permette di individuare percorsi di ricerca altrove già bat-
tuti e condivisi con altre realtà complementari.
Già nel 1989, Malcolm Cooper evidenziava le potenzialità delle crew
lists (in italiano ‘ruoli d’equipaggio’), una risorsa fondamentale per lo
studio e l’analisi delle dinamiche che caratterizzano il lavoro marittimo
20 Il filone della Maritime Labour History è già ampiamente affermato a livello inter-
nazionale, come componente sia della Labour History (esiste una sezione di Maritime
Labour History all’interno dell’European Labour History Network) che della storia
marittima. Alcune pubblicazioni: M. Rediker, Between the devil and the deep blue sea:
merchant seamen, pirates and the anglo-american maritime world, 1700-1750, Cam-
bridge University Press, 1987; P. Royen, J. Van Brujn, J. Lucassen (a cura di), Those
emblems of hell? European sailors and the maritime labour market 1570-1870,
«Research in maritime history», No. 13, St. John’s Newfoundland, 1997; E.W. Sager,
Seafaring labour in maritime history and working class history, «International Journal
of Maritime History», II, 1990, pp. 259-274; M. Fusaro, B. Allaire, R.J. Blakemore, T.
Vanneste, Law, labour and empire. Comparative perspectives on seafarers, 1500-1800,
Palgrave McMillan, London, 2015. Innumerevoli le pubblicazioni su temi specifici del
lavoro marittimo, quali si ritrovano all’interno dell’International Journal of Maritime
History: per citarne alcune, J.R. Brujn, Seafarers in early modern and modern times.
Change and continuity, «International Journal of Maritime History», XVII, 2005, pp. 1-
16; R. De Oliveira Torres, Handling the ship: right and duties of masters, mates, seamen
and owners of ships in nineteenth century merchant marine, «International Journal of
Maritime History», XXVI, 2014, pp. 587-599; J. M. Witt, “During voyage every captain
is monarch of the ship”: the merchant captain from the seventeenth to the nineteenth
century, «International Journal of Maritime History», XIII, 2001, pp. 165-194. In Italia,
si vedano soprattutto i lavori di Luca Lo Basso: L. Lo Basso, Capitani, corsari e arma-
tori. I mestieri e le culture del mare dalla tratta degli schiavi a Garibaldi, Città del silen-
zio, Novi Ligure, 2011; Id., Gente di bordo. La vita quotidiana dei marittimi genovesi nel
XVIII secolo, Carocci, Roma, 2016.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)