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la regina. La satira a sfondo sessuale, come hanno mostrato numerosi
studi, è legata alla sovversione religiosa e politica già in epoche prece-
denti (L. Hunt, The Invention of Pornography 1500-1800. Obscenity and
the Origins of Modernity, Zone Books, New York 1993) ma durante la
rivoluzione l’accusa che la degradazione della morale pubblica fosse
dovuta alle dame dell’entourage della sovrana e alla sovrana stessa,
lesbica, traditrice del re con il conte di Artois e traditrice del paese poiché
alleata dei nemici della nazione è un tema ricorrente nel dibattito pub-
blico. Il corpo della regina viene rappresentato attraverso il rovescia-
mento della tradizionale sacralità dei corpi dei re di Francia (L.Hunt, The
many bodies of Marie Antoinette Political Pornography and the problem of
the feminine in the French Revolution, in The French Revolution Recent
Debates and New Controversies, ed.by Gary Kates, Routledge, New York
and London, 1998, pp. 279-301). Le accuse di perversione sessuale si
allargarono inoltre ai ceti privilegiati: così Les Enfant des sodome à l’as-
sembleé nationale sono i deputati del primo e del secondo stato.
Altra cosa è invece la questione della cittadinanza: come sappiamo
bene è nell’ epoca rivoluzionaria che si avvia la costruzione concreta e
non lineare del modello di cittadinanza che si proclama universale (A.
Groppi, Le radici di un problema, in Il dilemma della cittadinanza. Diritti
e doveri delle donne, a cura di G. Bonacchi e A. Groppi, Laterza, Bari
1993, pp. 3-15). Il 3 luglio del 1790, Condorcet pubblicava nel n. 5 del
“Journal de la Societé de 1789”, un articolo destinato a divenire cele-
berrimo Sur l’admission des femme au droit de cité che si apre con la
questione come possa la metà del genere umano essere esclusa dal-
l’universalismo dei diritti. Lungi dall’idea che la responsabilità pubblica
possa nuocere alla vita familiare, Condorcet sosteneva che una donna,
membro di un’assemblea nazionale sarebbe stata più adatta a educare.
Si tratta di una posizione avanzata che fu poi contraddetta dagli svi-
luppi legislativi come dimostrò l’attacco ai clubs femminili, bollati come
portatori di interessi particolari e corporativi. Il contributo di
Giuseppina d’Antuono si apre proprio con il richiamo alla decisione, il
30 ottobre 1793, del Comitato di Salute pubblica che scioglieva le asso-
ciazioni femminili e prosegue con una disamina dei modelli identitari
femminili proposti dalle e alle donne della Rivoluzione napoletana del
‘99: madri della patria, oratrici, soldatesse, cioè modelli di matrice
antica, coerenti ai temi della cultura napoletana nel crinale del secolo
(l’autrice richiama opportunamente la traduzione da parte di Ignazio
Falconieri delle Donne troiane di Seneca nel 1788).
4) modo di pensare i corpi: maschile/ femminile e discorso scientifico.
Per introdurre questo punto vorrei richiamare un volume non recente
ma che ha avuto un grande rilievo in campo internazionale: mi riferisco
allo studio di Thomas Laqueur, Making Sex. Body and Gender from the
Greeks to Freud, Cambridge-Harvard University Press, Cambridge
Mass, 1990, tradotto nel ‘92 in francese da Gallimard e nello stesso
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)