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Vannì (saggi)_1 19/04/19 17:28 Pagina 23
Tra pratiche caritative e radicalizzazione dottrinale. Bartolomeo Stella... 23
con tanto foco d’amore. Questa magnifica città, heu heu, flendum est
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super illam» . Un’affermazione importante che assomiglia alla rifles-
sione di Bartolomeo, centrata sul solo tema della salvezza, preludio
delle sue future scelte e, forse, testimonianza del clima che si respi-
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rava tra alcuni membri dell’oratorio . In questo modo egli scrisse alla
Mignani, coinvolgendola nelle sue conclusioni: «Io so che non è biso-
gno ornato di parole a mostrarvi quello che già molti anni havete per-
fettamente conosciuto et io forsi ancora, che lo dico, non bene lo
conosco. Videlicet, che tutte le anime rationali sono egualmente dal
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sacratissimo sangue di Christo mondate» . A suo dire senza averne
piena consapevolezza, anche lo Stella faceva allontanare i meriti della
salvezza dalle buone opere. In un periodo di profonda ridefinizione
dottrinale, per il chierico bresciano l’approdo a «una fonte sicura di
giustizia» era il presupposto per la ricerca di un luogo dove poter
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maturare ed esprimere idee più radicali .
Nonostante la profonda amicizia e gli intensi legami spirituali, i per-
corsi di Gaetano e Bartolomeo erano tuttavia destinati a divergere. La
rottura fu innescata dal vicentino. Dopo aver condiviso e promosso la
dottrina di Battista da Crema, di cui tra il 1518 e il 1523 fu il principale
discepolo, Gaetano Thiene cambiò improvvisamente partito e prese a
collaborare con Gian Pietro Carafa il quale, in quegli stessi anni, era
in procinto di fondare l’ordine dei teatini insieme con altri fuoriusciti
del Divino amore romano . Lo Stella non dovette comprendere le moti-
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vazioni in virtù delle quali Gaetano maturò la decisione, repentina e
contraddittoria, di entrare nel nuovo istituto di vita consacrata , tro-
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vandosi a combattere quanto fino a poco tempo prima aveva piena-
mente sostenuto, dal misticismo di Caterina Fieschi, che intendeva
raggiungere l’unione con Dio senza i consigli del confessore, all’asceti-
smo penitenziale di Battista da Crema, che incitava all’odio di sé e a
54 F. Andreu (a cura di), Le lettere di san Gaetano cit., p. 56. La frase ricorda quanto
avrebbe sostenuto Vittoria Colonna in punto di morte: «Io son chiara che le opere nostre
non sono di valore alcuno et che in Paradiso non si va se non per la misericordia di Dio
et per la passione del sangue di Giesù Christo», cit. in S. Pagano, Il processo di Endimio
Calandra e l’inquisizione a Mantova nel 1567-68, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città
del Vaticano, 1991, p. 332.
55 Cfr. su questo A. Vanni, Gaetano Thiene cit., p. 75.
56 A. Cistellini, Figure della Riforma pretridentina cit., p. 237.
57 A. Prosperi, Storia e storiografia di Brescia moderna, in E. Ferraglio, (a cura di),
Aspirazioni e devozioni cit., pp. 12-15. La citazione è da p. 14.
58 Sui motivi che portarono Gaetano Thiene ad avvicinarsi a Carafa e ad aderire al
suo progetto di riforma, intransigente e repressivo, si veda A. Vanni, Gaetano Thiene cit.,
pp. 67-80.
59 Sulle origini dei teatini si vedano A. Vanni, «Fare diligente inquisitione» cit. e P.
Paschini, San Gaetano Thiene, Gian Pietro Carafa e le origini dei chierici regolari teatini,
Lateranum, Roma, 1926.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)