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vertice era un capo coadiuvato da tre ufficiali, due consiglieri e un
camerario, i quali avevano compiti di governo, dovendo controllare il
buon funzionamento della compagnia e garantire che fosse rispettato
l’obbligo del suo anonimato. Oltre a provvedere alle necessità dell’ospe-
dale degli Incurabili, i membri dell’Amicizia erano tenuti ad assicurare
un costante impegno caritativo, tra le altre cose pagando il censo che
l’ospedale doveva annualmente al San Giacomo. Il legame con Roma
era molto forte, come dimostrato dall’abrogazione, dagli statuti, degli
esercizi penitenziali originari dell’esperienza genovese, che anche nel-
l’Urbe erano stati sostituiti, per la presenza di un folto numero di
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uomini di Chiesa, da una più attiva pratica sacramentale .
Per sostentarsi a Brescia, Bartolomeo Stella ottenne nel 1525 il
beneficio della parrocchia di San Zenone al Foro che gli cedette Zanetti,
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dal quale nel 1530 fu nominato esecutore testamentario , e che
aggiunse a quello di San Martino di Cusnago per una rendita comples-
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siva di 140 ducati d’oro . Non sappiamo se ancora una volta queste
operazioni furono consigliate da Laura Mignani, che morì in quello
stesso 1525 dopo aver esercitato per un breve periodo la carica di
priora del monastero di Santa Croce . Di certo, prima del sacco del
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1527, che lo sorprese a Roma insieme con altri vecchi compagni del
Divino Amore, Bartolomeo faceva la spola tra le due città, per appro-
fittare delle sue conoscenze curiali e ottenere le entrature e i privilegi
necessari per vivere e per portare avanti le sue attività. Rientrato defi-
nitivamente in patria legò a lungo le sue sorti all’ospedale che aveva
fondato, di cui fu massaro fino agli anni trenta, facendosi aiutare dal-
l’anziano vescovo Mattia Ugoni , dai confratelli dell’Amicizia Poncarali,
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Zanetti e Francesco Benaglia, che svolse un instancabile lavoro ammi-
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nistrativo, e da Giacomo Chizzola , importante diplomatico, cavaliere
e dottore, che collaborò con Angela Merici nella promozione della con-
sacrazione femminile al di fuori dei monasteri e, alcuni anni più tardi,
nel 1532, con Girolamo Miani in favore degli orfani della città .
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76 Gli statuti sono pubblicati in Ivi, pp. 277-282. Per un’analisi degli stessi si veda D.
Solfaroli Camillocci, I devoti della carità cit., pp. 213-216.
77 Asb, Documenti Diversi, filza II, s.c.
78 Bam, Archivio Silvestri, Carte Stella, mss. 25-27.
79 A. Cistellini, Figure della Riforma pretridentina cit., pp. 86-88.
80 Nel 1531 Stella aiutò il vescovo a pubblicare una sua opera e tre anni più tardi, nel
1534, Ugoni lo volle suo esecutore testamentario. Asb, Documenti Diversi, filza II, s.c.
81 A. Cistellini, Figure della Riforma pretridentina cit., p. 91.
82 Su Angela Merici e la compagnia di Sant’Orsola si veda Q. Mazzonis, Spiritualità,
genere e identità. Angela Merici e la compagnia di Sant’Orsola, Franco Angeli, Milano, 2007.
Sui contatti tra Stella, Chizzola e Miani si rimanda a E. Selmi, Emilio degli Emilii (1480-
1531), primo traduttore in volgare dell’«Enchiridion Militis christiani», in A. Olivieri (a cura
di), Erasmo, Venezia e la cultura padana nel ’500, Minelliana, Rovigo, 1995, pp. 167-191.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)