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D'Onofrio (saggi)_2  19/04/19  17:28  Pagina 49






                   I Presìdi di Toscana: forme di lunga durata e mutamenti in un piccolo spazio (1557-1801)  49


                   avvaleva quindi di diversi collaboratori, che andavano da un vice-gover-
                   natore fino ai singoli castellani e torrieri, passando per i funzionari degli
                   uffici del governatorato. Una forma di amministrazione del territorio
                   tipicamente spagnola che vedeva, a partire dal vicario generale, un
                   numero spropositato di cariche avente ognuna una particolare fun-
                   zione. Ancora una volta, fu l’amministrazione borbonica ad apportare
                   modifiche significative, razionalizzando la situazione e finendo, però, di
                                                                                     26
                   fatto, per accrescere ulteriormente il potere del governatore militare .
                      Nonostante tutti gli organi amministrativi fossero ricoperti da “sol-
                   dati”, vi erano anche cariche preposte a tutto ciò che, in teoria, esulava
                   dal contesto militare. In questo senso, la prima figura da approfondire
                   è quella dell’auditore generale, in carica anch’egli, come i governatori
                   militari, per due anni ma, a differenza di questi ultimi, unico per tutti
                   i Presìdi. L’auditore aveva, formalmente, un’autorità più vasta di quella
                   del governatore del presidio poiché, per usare le parole di Bernardo
                   Tanucci, egli era «il Giudice [dei Presìdi di Toscana], sia come Gover-
                                                                           27
                   natore Politico, sia come Assessore, che è del Comandante» . In qualità
                   di giudice, l’auditore era il responsabile della giustizia, in tutte le sue
                   declinazioni. Oltretutto, aveva ereditato dagli statuti medievali le stesse
                   prerogative che precedentemente erano del Potestà ed era quindi il
                   primo referente delle comunità, facendo parte del consiglio della comu-
                   nità stessa e quindi partecipando attivamente alla vita politica dei Pre-
                   sìdi, che, è importante ricordarlo, in virtù dei già citati statuti medievali,
                   veniva esercitata liberamente (nei limiti oggettivi della situazione poli-
                   tico-amministrativa del territorio in questione) dalle singole comunità.
                   Nella figura dell’auditore si concentravano inoltre altre responsabilità
                   altrettanto importanti: era infatti il primo referente del governo del


                      26  Nei documenti settecenteschi, conservati presso l’Asn, Ministero degli Affari esteri,
                   buste 4529-4540, si può notare come il governatore militare si occupasse anche di poli-
                   tica estera e delle relazioni con gli altri stati e con il plenipotenziario napoletano a Firenze
                   Pignatelli. Dai documenti dell’Asn, Ministero delle Finanze, buste 2108-2113, traspare,
                   inoltre, come il ministro scrivesse anche al governatore per le faccende finanziarie e in
                   riguardo all’applicazione di gabelle o altre imposte, o ancora per chiedere pareri sulle
                   comunità in merito a determinate modifiche degli statuti. Infine, nei documenti dell’Asn,
                   Segreteria di guerra e marina, ramo guerra, buste 14-29, il governatore appare come
                   destinatario – e mittente principale – di ogni missiva. Va ricordato, a questo proposito,
                   che è nella Segreteria di guerra e marina, ramo guerra che si trovano i documenti ammi-
                   nistrativi dei Presìdi di Toscana. Indizio, questo, della natura prettamente militare che
                   questi luoghi rivestivano ancora nel XVIII secolo, natura che ovviamente spiega e rispec-
                   chia anche la peculiare gestione amministrativa del territorio.
                      27  Aco, Libro d’Oro, n. 140, 15 agosto 1767. Per «comandante» si intende il coman-
                   dante generale dei Presìdi e non il governatore del singolo presidio. È interessante come
                   Tanucci ponga l’auditore al di sotto del comandante generale, di cui è «assessore», nono-
                   stante lo definisca il «governatore politico» dei Presìdi e «giudice» degli stessi. Ciò dimostra
                   come, nelle intenzioni napoletane, e senza alcuna discontinuità in questo caso rispetto
                   al passato, il potere politico fosse in secondo piano rispetto a quello militare.


                   n.45                           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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