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50 Antonio D’Onofrio
regno per quanto riguardava gli atti ed era quindi incaricato di pubbli-
care gli editti e i bandi, pur non essendo ovviamente autonomo nel-
l’emanazione degli stessi. Anche in questo caso, anzi, solo il vicario
generale (e poi l’intendente) era autorizzato, in via del tutto eccezionale,
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a promulgare atti provvisori . Aveva inoltre anche la carica di commis-
sario di sanità: era cioè responsabile della salute pubblica e per questo
motivo incaricato di controllare attraverso i suoi sottoposti che le navi
che attraccavano nei porti dei Presìdi rispettassero le quarantene e non
diffondessero malattie. L’auditore si serviva di cinque assessori, uno
per ogni centro abitato, i quali dirimevano indipendentemente gli affari
minori e rimettevano gli atti più importanti all’audienza generale, che
si trasformava così, di fatto, in un tribunale di ultima istanza dei Pre-
sìdi. Ruolo confermato anche dalla presenza, accanto all’auditore, di
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un giudice delegato , incaricato delle cause di appello.
Ultimo aspetto amministrativo da considerare è quello relativo alle
materie finanziarie ed economiche, affidate a una serie di figure ammi-
nistrative con prerogative peculiari quali veditore, pagatore e contabile.
Questi gestivano i libri contabili, provvedevano alla riscossione delle
tasse e, conseguentemente, a tutte le spese per il mantenimento e il
sostentamento dei Presìdi, compreso il pagamento degli stipendi di tutti
coloro che vi operavano, dai funzionari ai membri della guarnigione.
Durante la dominazione napoletana si decise di eliminare la molteplicità
di cariche e di racchiuderle in un’unica figura, quella del tesoriere, nelle
cui mani venne posta, dunque, l’intera gestione finanziaria dei Presìdi.
A controllare che tutto si svolgesse in maniera corretta e a prevenire
abusi da parte del tesoriere, venne posto uno scrivano di razione, suo
sottoposto ma, nei fatti, suo controllore. Nei compiti dello scrivano di
razione rientravano esclusivamente le spese militari e in nessun modo
egli poteva o doveva interessarsi dei bilanci delle comunità, le quali ave-
vano i propri funzionari preposti.
Tra spazio militare e spazio urbano
Quello descritto fino a ora è un sistema amministrativo – non gover-
nativo – che si può definire, senza timore di essere smentiti, militare.
Questa peculiarità dei Presìdi di Toscana determinò l’innestarsi di un
28 Ciò trasparve in maniera evidente nei periodi di crisi. Nei documenti risalenti agli
ultimi anni dei Presìdi, nei tumultuosi anni napoleonici in cui i Presìdi di Toscana furono,
in alcuni casi anche per mesi, abbandonati al loro destino, furono i governatori ad ammi-
nistrare in ogni aspetto i rispettivi presìdi e non gli auditori. Cfr. Asn, Segreteria di guerra
e marina, ramo guerra, buste 27-28.
29 In questo caso «delegato» sta per «di delega vicereale».
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)