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D'Onofrio (saggi)_2  19/04/19  17:28  Pagina 52






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                 vamente a Longone, si presenta come una rete assai complessa in cui
                 si intersecano i diversi piani ed in cui giocano un ruolo diverso diritti,
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                 sovranità, soggezioni di origine feudale» .
                    Parlare di una intersezione dei diversi piani è la chiave di lettura con
                 cui è forse più opportuno affrontare la matassa intricata del sistema di
                 potere nei Presìdi di Toscana. Non uno Stato, non una signoria o un
                 principato, ma uno spazio militare. Come si innestavano, in una realtà
                 di questo tipo, delle comunità di persone con le loro attività agricole ed
                 economiche, le loro piccole élite locali e un clero locale? Alle cariche
                 spagnole, infatti, si affiancavano le cariche locali, risalenti al medioevo
                 e fatte di potestà e consigli della comunità, di anziani e di priori. I Pre-
                 sìdi, dunque, non solo spazio militare, ma anche spazio urbano, rego-
                 lato da statuti risalenti al XII secolo e per questo simile agli spazi urbani
                 che costellavano la penisola nel medioevo. Uno spazio che rappresenta
                 tuttavia, ancora una volta, una forte eccezionalità nel panorama ita-
                 liano: non si tratta infatti di una entità indipendente, di un comune che
                                                                              33
                 aveva esteso il proprio territorio conquistando i comuni limitrofi o che
                 era riuscito con una politica di alleanze a sopravvivere nel corso degli
                 anni turbolenti del XIV e XV secolo . Ci si trova di fronte, invece, a uno
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                 spazio urbano in qualche modo anacronistico, nato in un’epoca in cui
                 spazi simili erano solo un ricordo, un retaggio del passato che stava via
                 via svanendo, finendo inglobato in realtà maggiori.
                    Nel Cinquecento, infatti, a parte lo Stato della Chiesa, caso a sua
                 volta particolare, gli Stati italiani si erano formati in modi tutto som-
                 mato riconducibili a due schemi diversi : i reami di origine spagnola e
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                 gli Stati di origine comunale. Nel primo caso troviamo Napoli, Sicilia e
                 Sardegna,  conquiste  aragonesi  inserite  nel  sistema  spagnolo;  nel
                 secondo i grandi Stati come Firenze, Milano o Venezia, formatisi grazie
                 all’estensione dei comuni originari, e i piccoli Stati peninsulari come
                 Mantova, Urbino o Ferrara, piccoli feudi imperiali sopravvissuti per i
                 motivi più disparati alle conquiste esterne. Con i Presìdi, Filippo II creò
                 un’entità estranea alla scena italiana di quegli anni, unendo secondo
                 un principio prettamente militare non solo una serie di fortezze eredi-
                 tate dall’ormai ex Stato di Siena, ma anche le comunità che vivevano



                    32  Cit. I. Tognarini, Orbetello, i Presidios di Toscana e il Mediterraneo. Il destino di un
                 territorio tra Cosimo de’ Medici, Bernando Tanucci e Napoleone, in A. Guarducci (a cura
                 di), Orbetello e i Presidios, Centro editoriale Toscano, Firenze, 2000, p. 111.
                    33  Come è il caso di moltissimi Stati italiani, anche quelli maggiori quali il ducato di
                 Firenze e quello di Milano, nati entrambi da comuni che hanno esteso il proprio dominio.
                    34  Come ad esempio accadde a uno Stato strettamente collegato ai Presìdi quale il
                 principato di Piombino.
                    35  Un’analisi simile è possibile ritrovarla in G. Spini, Introduzione storica cit., p. 4.
                 L’autore però distingue, all’interno della penisola, tra Stati maggiori e minori.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019      n.45
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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