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D'Onofrio (saggi)_2  19/04/19  17:28  Pagina 56






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                 Santo  Stefano.  Da  qui  attraversarono  l’Argentario  fino  a  Porto
                                                                                   44
                 Ercole, sul lato sud, da cui si imbarcarono finalmente per Gaeta .
                 Furono  molti,  però,  gli  uomini  che  non  seguirono  il  resto  della
                 truppa, restando nel proprio presidio, laddove l’aggettivo possessivo
                 assume qui un significato diverso, più vero e sincero: avevano messo
                 su famiglia e acquistato proprietà negli ormai ex Presìdi di Toscana
                 e non se la sentivano di abbandonare quella che era diventata la
                 loro casa. Certo non mancarono casi di militari nativi dei Presìdi che
                 si  ritrovarono  invece  costretti  a  dover  restare  contro  la  propria
                 volontà, come riferì in un documento – che vale la pena citare – lo
                 stesso capitano De Gregorio:

                    In punto mi vengono innanzi versando fiumi di pianto il Comandante del
                 Battaglione Tenente Colonnello Gio. Benet, e il Capitano D. Francesco Masilli.
                 Essi non sanno persuadersi affatto, che dopo aver consumata la vita nei Reg-
                 gimenti dell’Esercito, e nelle Guarniggioni de’ due Regni di Napoli, e Sicilia,
                 debbano restar esclusi dal Real Servizio per la combinazione di esser nativi di
                 questa città di Orbetello, quantunque io non ho voluto ricevere le loro suppli-
                 che, non posso negarmi però al dovere di raccomandarli fervorosamente alla
                 Protezione di V.E., onde conseguano la grazia di terminar la vita in servizio di
                 Sua Maestà, come desiderano, ed implorano, vantando il Masilli anni 30, ed
                 anni 46 di buoni, fedeli, e lodevoli Servizio il Comandante Benet, ed essendo i
                 soli ufficiali di detto Battaglione nativi d’Orbetello, in cui vi concorrino le cir-
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                 costanze, ed i requisiti indicati [...] .



                 Una lenta e inesorabile decadenza

                    Come più volte ricordato, la continuità in cui vissero i Presìdi di
                 Toscana per circa due secoli venne rotta nel 1734, con l’invasione delle
                 truppe spagnole e il conseguente passaggio, nel 1737, al neonato e
                 indipendente regno di Napoli di Carlo di Borbone. Dal 1737 al 1801,
                 infatti, i Presìdi subirono cambiamenti significativi. A mutare, innan-
                 zitutto, fu la visione di essi da parte dell’autorità centrale: non più un
                 retaggio del passato imperiale ormai avulso dal sistema, ma un luogo
                 periferico  da  riportare  nelle  dinamiche  di  un  regno  ora  più  vicino,
                 intenzionato a “normalizzarlo”, a renderlo amministrativamente più
                 armonico con il centro.






                    44  Il percorso è descritto nei documenti dell’Asn, Segreteria di guerra e marina, ramo
                 guerra, fascio 27.
                    45  Ivi.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019      n.45
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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