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dati. A causa dei più volte citati statuti e dell’economia particolare di
questa enclave, l’applicazione della riforma si dimostrò molto complessa.
Concedere buona parte delle entrate delle comunità al regno significò
infatti indebolire ulteriormente un’economia che già di per sé presentava
carenze evidenti e strutturali.
In segno di protesta, i rappresentanti delle comunità inviarono a
Napoli una lunga memoria nella quale, a farsi portavoce per tutti i Presìdi,
fu la comunità di Orbetello. L’applicazione del fondo veniva vista, dai
diretti interessati, come «[l’]origine e principio della sua decadenza [di
Orbetello], onde sempre che non vi si ponga un pronto e valido rimedio,
si vedrà quanto prima ridotta all’ultima miseria, per li gravissimi pregiu-
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dizi che ne risente la sua Comunità con tutto il Popolo e Milizia [...]» . Il
documento elencava gli affitti e le rendite di Orbetello che, con l’applica-
zione della riforma, erano passati al fondo di separazione de’ lucri, ma
non si fermava a questo, allargando l’analisi anche alle altre comunità.
Riguardo Talamone, infatti, si affermava che «sono più anni che va via
più sempre a declinare, essendo in oggi tenuissima la sua popolazione ,
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derivandole dettomale secondo i Rapportiquella Comunità per mancanza
di rendite, senza la quale non vi può sussistere il Popolo [...]» .
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Si trattava di un duro colpo per la già flebile economia dei Presìdi.
Va comunque ricordato, tuttavia, che il processo di decadenza degli
stessi si era innestato ben prima dell’arrivo dei Borbone sul trono di
Napoli e delle loro riforme. Sin dal Seicento, infatti, la perdita di impor-
tanza strategico-militare dei Presìdi per la Spagna fu testimoniata dal
progressivo e sostanziale abbandono delle infrastrutture e dei forti. Va
anche aggiunto che, seppure l’assenza di un supporto politico e ammi-
nistrativo costante avesse influito sulle dinamiche di flessione che si
innestarono nei Presìdi, le problematiche della loro economia riflette-
vano una situazione endemica di tutto il territorio maremmano, tanto
di quello toscano quanto di quello pontificio. L’assenza di un retroterra
che potesse sopperire alle mancanze delle comunità, abbandonate
troppo spesso al loro destino dal lassismo e dal disinteresse del potere
centrale è un fattore determinante per comprendere meglio la difficile
situazione di questo piccolo spazio. Come già detto, l’unico valore che
i Presìdi di Toscana avevano tanto per la corona spagnola prima quanto
per quella napoletana poi, seppur con finalità e in contesti molto diversi
tra loro, era di tipo logistico-strategico: sin dal primo momento, le auto-
50 Aco, Libri dei Consigli generali della Comunità di Orbetello (1575-1800), n. 6.
51 Nel 1709, Talamone contava appena 50 abitanti, mentre nel 1774 circa 90. Si può
supporre una cifra intermedia negli anni in cui venne scritto il documento citato. Si veda
in proposito C. Giorgini, La Maremma Toscana nel Settecento: aspetti sociali e religiosi,
Edizioni Eco, S. Gabriele dell’Addolorata, 1968, p. 12.
52 Aco, Libri dei Consigli generali della Comunità di Orbetello (1575-1800), n. 6.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)