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Calcagno OK (saggi)_3  19/04/19  17:29  Pagina 63






                   I dritti marittimi di Monaco e Villafranca tra XVI e XVIII secolo   63


                   di Filippo II definiva questo mare un «bacino diviso e composito», «troppo
                   vasto, troppo aperto» per «avere colori strettamente suoi»; un mare con
                   «propri caratteri, tipi di battelli, usanze, leggi storiche», ma fatto di tanti
                   segmenti autonomi, dotati di «porte che permettono di entrarvi e di
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                   uscirne» , proprio come facevano i protagonisti di questo articolo.
                      All’interno di questo spazio, Monaco era un piccolo scalo con poco
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                   più di un migliaio di abitanti , che per certi versi poteva assomigliare
                   molto alle vivaci comunità del Ponente ligure, dedite prevalentemente
                   alla  produzione  di  olio  e  di  agrumi:  l’olio  monegasco,  specie  nel
                   Settecento, tendeva ad andare soprattutto verso Marsiglia ; l’esportazione
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                   di cedri e limoni, coltivati nella vicina Mentone, costituiva addirittura
                   «le principal commerce de la ville, une source de profit qui débordait
                   très  largement  du  cadre  local» .  Nizza  si  presentava  invece  come  il
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                   «porto di Piemonte» : il punto di partenza di una strada che collegava il
                   mare  a  Torino,  a  cui  ben  si  integrava  la  complementare  rada  di
                   Villafranca già tanto ambita dagli Angiò per collegare i loro possedimenti
                   francesi con Napoli e la Sicilia, prima che i conti di Savoia vi mettessero
                   le mani. Un centro che godette da subito di forti agevolazioni, per lo svi-
                   luppo  dei  traffici:  fu  del  1448  la  decisione  di  Luigi  I  di  sottrarre  i
                   contenziosi commerciali alla giustizia ordinaria e di affidarli a giudici
                   che  sentenziassero  secondo  il  diritto  marittimo  (dal  1613  in  poi  il
                   tribunale prese il nome di «consolato del mare») ; a cui seguì l’ambiziosa
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                      4  F. Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, vol. 1, Einaudi,
                   Torino, 1986, pp. 102, 113-115. Nello specifico, vedi P. Calcagno, Uno dei “Tirreni” di
                   Braudel: scambi commerciali nell’area marittima ligure-provenzale tra XVII e XVIII secolo,
                   «Mediterranea- ricerche storiche», 33 (2015), pp. 79-106.
                      5  Circa 1.200 persone, all’inizio del XVIII secolo (T. Fouilleron, Histoire de Monaco, Direc-
                   tion de l’Éducation nationale, de la jeunesse et des sports, Monaco, 2010, pp. 119-121).
                      6  P. Boulanger, Marseille et le commerce des huiles de la Principauté de Monaco au
                   début du XVIII siècle, «Annales monégasques», 10 (1986), pp. 57-64.
                      7  O. Noat-Antoni, Vivre à Monaco aux XVII et XVIII siècles, Serre éditeur, Nice,
                   2000, p. 76.
                      8  M. Bottin, Nice, port de Piémont. La politique maritime des princes de la Maison de
                   Savoie, 1388-1860, in Le port de Nice: des origines à nos jours, Chambre de commerce et
                   d’industrie Nice Côte d’Azur / Acadèmia nisarda, Nice, 2004, pp. 83-101. Un altro porto
                   organico all’entroterra piemontese, benché soggetto alla dominazione genovese, è quello
                   di Savona (P. Calcagno, Savona, porto di Piemonte. L’economia della città e del suo terri-
                   torio dal Quattrocento alla Grande Guerra, Città del silenzio, Novi ligure, 2013).
                      9  Cfr. M. Bottin, Le consulat de mer de Nice, 1613-1855, in «Histoire de la justice»,
                   17/1 (2007), pp. 87-110. In tempi diversi, anche in altre città portuali mediterranee si
                   istituirono tribunali speciali che giudicavano i “marittimi” secondo una procedura rapida
                   (detta «sommaria» o «alla mercantile») e sulla base di un diritto mercantile che affondava
                   le radici in una raccolta elaborata da una magistratura di Barcellona nominata per l’ap-
                   punto Consulat de Mer (S. Corrieri, Il Consolato del Mare. La tradizione giuridico-marittima
                   del Mediterraneo attraverso un’edizione italiana del 1584 del testo originario del 1484,
                   Associazione nazionale del consolato del mare, Roma, 2005).


                   n.45                           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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