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Calcagno OK (saggi)_3  19/04/19  17:29  Pagina 67






                   I dritti marittimi di Monaco e Villafranca tra XVI e XVIII secolo   67


                   limitrofi. Una ventina di uomini finirono «nelle carceri senatorie di
                   Nizza» per «aver defraudato il reggio dritto del due per cento di Villa-
                   franca  per  carico  d’oglio  che  portavasi  su  [un]  pinco  dalla  città  di
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                   Melazzo a quella di Marsiglia» , resistendo «per il spazio d’ore cinque
                   alla  barca  invigilatrice  del  reggio  dritto  con  sbarri  di  cannoni  e
                   moschettaria per cui n’è derivata la morte al marinaro della detta barca
                                              20
                   Paolo Francesco Almerino» . E in una memoria prodotta per il re di
                   Sardegna dagli appaltatori che si aggiudicarono l’asta nel 1762 veni-
                   vano rimarcati «gli abusi che si sono sempre fatti dalli patroni di pavi-
                   glione  genovese»,  e  in  particolare  quelli  delle  comunità  di  Cervo  e
                   Laigueglia, «li quali siccome sogliono avere tutti bastimenti ben armati
                   di cannoni ed equipaggi di 30 e più uomini per bastimento […] non si
                   ignora che in tempo che era il dritto in economia [cioè amministrato
                   dallo Stato] non volevansi sottomettere al pagamento et essere gionti
                   sino in batersi con la barca a quel tempo destinata per la conservazione
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                   del detto dritto» .
                       Tutti provavano a sottrarsi agli odiosi tributi che erano riscossi in
                   questo braccio di mare. Come al solito, è dalle fonti giudiziarie che pro-
                   vengono  i  retroscena  più  preziosi:  intento  a  spiegare  che  il  «vento
                   gagliardo che insorse contrario alla nostra navigazione» aveva costretto
                   a prendere riparo a terra, un marinaio della nave San Giacomo (inter-
                   rogato il 13 gennaio 1776) riferì che il capitano aveva consigliato al
                   mercante proprietario della merce – anch’egli a bordo – di «prendere il





                      19  Su questi lucrosi traffici cfr. L. Lo Basso, Il sud dei genovesi: traffici marittimi e pra-
                   tiche mercantili tra l’Italia meridionale, Genova e Marsiglia nel Settecento, in B. Salvemini
                   (a cura di.), Lo spazio tirrenico nella ‘grande trasformazione’. Merci, uomini e istituzioni
                   nel Settecento e nel primo Ottocento, Edipuglia, Bari, 2009, pp. 239-262.
                      20  Adam, CN, 3B2. Il caso risale al maggio 1755.
                      21  Per ovviare a questi affronti, gli «antecessori» del nuovo appalto si erano visti
                   costretti ad armare una «grossa barca della portata di n° 16 cannoni, e che richiedeva
                   l’equipaggio di circa 70 marinari» (Adam, DV, m a, 6). La procedura standard di perqui-
                   sizione venne descritta nei dettagli dal capitano del bastimento del dritto di Villafranca
                   il 7 maggio 1777: «a ore dieci di mattina si vide venire da levante che passava a ponente
                   una gondola margaritina [di Santa Margherita Ligure] fuori dalla lanterna di Villafranca
                   in circa due miglia; si aspettò che avesse passato i limiti ed allora li diedimo la caccia;
                   [la gondola] rinforzò la voga a remo e vele e passò verso ponente; […] fattoli fumata non
                   si arrestò; li si tirò una cannonata a polvere, rinforzò la sua voga a scapare; li si tirò una
                   cannonata a palla, allora girò verso la terra più vicina a scapare; li si tirò un’altra can-
                   nonata a palla ed allora amainò le sue vele, non vogò più, se li cessò di tirare, si avvici-
                   nammo a lei, la chiamammo a bordo e trovatoli sopra di essa il corriere di Francia ed il
                   corriere di Spagna» (Adam, DV, m a, 7. Al patrone della gondola ligure «si stimò bene
                   fargli pagare tre mezzi scudi Francia per le tre cannonate», come era costume dei corsari
                   francesi e inglesi e delle galee dello stuolo pubblico della Repubblica di Genova). Per
                   un’operazione analoga compiuta dalla «galeotta» di Monaco (nominata «la Vigiliatrice»)
                   nel maggio 1762, vedi Appm, A41.


                   n.45                           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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