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Calcagno OK (saggi)_3  19/04/19  17:29  Pagina 71






                   I dritti marittimi di Monaco e Villafranca tra XVI e XVIII secolo   71


                   mare  di  più  di  200  miglia  ch’è  tra  Villafranca  e  la  Corsica,  e
                   costringe[va] a pagar il dazio anche i bastimenti che passa[va]no lon-
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                   tanissimo dalla veduta di terra» .
                      Evidentemente quest’aggressività aveva dei costi; ed è anche per
                   questo motivo che sia i principi di Monaco sia i Savoia ricorsero nel
                   Sei-Settecento a forme alternative di controllo, come quella di impian-
                   tare dei procuratori nei principali porti stranieri per riscuotere i dritti
                   direttamente alla partenza: già nel 1660 si ha notizia di un «esattore
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                   del dritto di Monaco in Marsiglia» (Antonio Simon) ; e nelle carte del
                   principato si menzionano spesso composizioni fatte a Genova, dove
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                   operava un analogo «delegato del dritto» . Allo stesso modo, per la fine
                   del XVIII sono conservate nell’archivio dipartimentale di Nizza due
                   «note» relative rispettivamente ai «bastimenti appartenenti alla nazione
                   toscana che navigando con tale bandiera hanno pagato il regio dritto
                   di Villafranca in Livorno per non avere a causa del tempo potuto appro-
                   dare in questi porti di Nizza e Villafranca dalli 20 dicembre 1777 a tutto
                   li 17 novembre 1780» e a quelli che, «con bandiera imperiale, a causa
                   del tempo hanno dovuto passar fuori dei porti di Limpia e Villafranca
                   ed hanno pagato il regio dritto nella città di Genova dalli 18 settembre
                   1779 a tutto il 25 maggio 1781» . Come spiegarono gli appaltatori del
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                   dritto sabaudo nel 1762, questi accorgimenti dovevano evitare le beffe
                   di quei patroni o capitani che, inseguiti ma non raggiunti dall’«invigi-
                   latrice» e consapevoli che sarebbero stati perseguiti al loro primo pas-
                   saggio davanti a Villafranca, scrivevano al consolato nizzardo una volta



                   que miglia da terra all’altezza dell’isola di Sant’Onorato» dal «felucone» del dritto di Vil-
                   lafranca, perché «mentre da levante stava procedendo verso ponente» con un carico di
                   «lino, teleria, acciaio, carte da giuoco ed altri generi» non si era fermata a pagare la solita
                   percentuale (Adam, DV, m a, 6).
                      37  Adam, DV, m 005/1. Si tratta di una denuncia del Supremo magistrato del com-
                   mercio di Napoli (11 febbraio 1774), il quale aggiungeva: «Ma neppur questa pirateria è
                   bastata all’ingordiggia di quei fermieri. Ne hanno pensata un’altra assai più incredibile
                   e nuova. Se hanno notizia che sia passato un bastimento da levante a ponente carico
                   che non abbia pagato il dazio registrano questa notizia stragiudiziale a carta in un loro
                   libro e questa pare loro un bastante processo; cosicché o tornando a ripassare quel tal
                   bastimento o anche dopo parecchi anni capitando a caso in Villafranca non solo preten-
                   dono dal padrone di esso il pagamento del dazio non pagato allorché passò l’altra volta,
                   ma minacciano confiscazioni, avarie e qualunque genere di strapazzi».
                      38  Il «segno» che le imbarcazioni in partenza da Marsiglia avrebbero dovuto fare «per
                   denotare l’aver pagato il dritto» consisteva nell’issare bandiera e sparare un colpo di
                   petriere. Secondo Bottin, è sulla base del trattato di Péronne tra Luigi XIII e Onorato II
                   che «le souverain monégasque signera en 1643 avec les consuls de Marseille une conven-
                   tion autorisant l’établissement d’un bureau de perception dans ce port» (M. Bottin, Les
                   péages maritimes de Monaco et Villefranche cit.).
                      39  Appm, A41.
                      40  Adam, DV, m a, 6. Alla fine del secolo è documentato un «preposto» del dritto
                   sabaudo anche a Tolone (ivi, 8).


                   n.45                           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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